A pieno regime “Salvare la pelle”, ovvero quando un detenuto diventa pellettiere

6 Agosto 20211min1021
Pelletteria

A un paio di settimane dalla conclusione di “Salvare la pelle” – il corso di pelletteria pensato per i detenuti di Sollicciano – possiamo dire che l’idea di recupero tramite inserimento lavorativo di chi ha scontato una pena è stata vincente.

Proprio partendo dal presupposto che la carcerazione – lo dice la Costituzione – deve tendere al recupero del condannato, questo corso pare davvero aver centrato il bersaglio: formare detenuti – per adesso dodici – che, una volta liberi, hanno potuto iniziare a inserirsi nel tessuto produttivo di Scandicci, capitale per eccellenza dei prodotti di pelletteria.

Un’iniziativa che porta la firma della direttrice del carcere di Sollicciano Antonella Tuoni, di Beppe Matulli e Gianni Biagi dell’associazione Pantagruel, di Toscana Formazione e di Simona Innocenti dell’azienda BisBag di Scandicci.

Il corso iniziò il 19 maggio e dopo due mesi di lezioni dal lunedì al venerdì, lo scorso 16 luglio i partecipanti hanno conseguito la qualifica che gli ha aperto le porte del lavoro quotidiano nelle fabbriche del comprensorio scandiccese.


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