Abbazia di Settimo: suggestiva la parte di edificio riacquisita

30 Settembre 20192min3152

Da diversi mesi non è più un mistero: è stato Paolo Nocentini, noto fra l’altro per essere il patron della Savino Del Bene Volley, oltre che presidente dell’omonima multinazionale di spedizioni, a decidere di impegnarsi – in modo peraltro finanziariamente consistente – per ridare all’abbazia di Settimo quella parte che da troppo tempo le era stata negata: l’ala che custodisce al proprio interno ambienti di magnifico livello e che in futuro potrà tornare ad essere visitata.

Ricordiamo che nel 1783 il granduca di Toscana Pietro Leopoldo divise il monastero in due parti e solo oggi si torna ad avere un corpo unico.

Il priore dello storico edificio, don Carlo Maurizi, non risparmia elogi alla Provvidenza, che ha fatto incrociare il suo percorso – lui sin dal suo insediamento alla Badia venticinque anni fa si è battuto per riunificare l’abbazia – con quello di Nocentini,  imprenditore con una storia comunista alle spalle, che partito dal nulla ha creato una multinazionale come la Savino Del Bene.

«L’intesa tra me e Paolo Nocentini rimane un grande mistero – ha detto in proposito Maurizi -, è un dono della Provvidenza. Fino ad oggi si erano succeduti tavoli istituzionali, interventi, progetti per salvare l’abbazia, ma alla fine si è aperto un varco nel cielo e anche tramite questa amicizia c’è stata data una risposta, una risposta iniziale certamente, ma noi dobbiamo assumerci la responsabilità di questo percorso perché siamo stati benedetti da un grande dono. Paolo Nocentini è un grande esempio per tanti, è una perla rara”.

L’intervento di recupero e il successivo, necessario restauro, andrà quindi a sanare la struttura, garantendo un futuro a questo complesso di grande valore certo religioso, ma anche culturale, storico e artistico.

Vi proponiamo qui alcune immagini della sala che fa parte dell’edificio riunificato, raccolte in occasione di una recente serata teatrale organizzata all’abbazia dalla Compagnia delle Seggiole.


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