Area inquinata ex Sirac: via a test innovativi per la biodegradazione

3 Agosto 20203min677
molteni medio

È stato firmato stamani, lunedì 3 agosto, un secondo accordo, dopo quello del 2014, per la bonifica dell’area ex Sirac di Scandicci (zona via Barontini); lo hanno sottoscritto Regione Toscana, comune di Scandicci e azienda Molteni (farmaceutici), che attualmente occupa l’area inquinata dalla Sirac Srl negli anni ‘70. L’inquinamento di quell’area provoca una situazione ambientale che da decenni continua a compromettere la falda acquifera, rendendola inutilizzabile, oltre a limitare lo sviluppo edilizio e produttivo del territorio.

L’accordo firmato dai tre soggetti nel 2014 è stato quindi integrato con l’utilizzo di nuove tecnologie finalizzate alla bonifica del sito e della falda acquifera sottostante.

Ricordiamo brevemente quanto stabilito nel 2014: l’azienda Molteni – pur non responsabile del danno ambientale in essere – si deve fare carico dell’onere reale della bonifica, partecipando alle spese per il recupero dell’area. Molteni si sarebbe occupata del progetto esecutivo, la Regione Toscana si sarebbe fatta carico del costo stimato di 2,6 milioni di euro, mentre il Comune di Scandicci avrebbe ricoperto il ruolo di soggetto attuatore dell’opera, oltre a contribuire con 50.000 euro. Il valore dell’onere reale del sito a carico di Molteni, dopo la bonifica, è stimato in 816.000 euro, cifra dalla quale saranno detratti i costi sostenuti dall’azienda per i test pilota. L’intervento, vista la notevole contaminazione, la sua estensione e la natura dei contaminanti, avrà una durata complessiva stimata in 20 anni, monitoraggio compreso.

Con l’accordo integrativo firmato oggi i soggetti coinvolti ribadiscono le finalità dell’iniziativa ed il loro sostegno economico, ma prendono inoltre atto della necessità di Molteni di effettuare dei test pilota utilizzando una tecnica innovativa, cioè l’iniezione nel terreno di reagenti per la biodegradazione delle sostanze inquinanti presenti. Prevista inoltre la creazione di ‘pozzi di barriera’ per arginare l’area interessata dalla contaminazione.

Si ricorda che l’accordo sottoscritto nel 2014 ed oggi integrato rappresenta il primo caso in Italia nel quale si applica all’azienda che è subentrata sopra il sito inquinato il concetto di ‘onere reale’ senza aspettare che il sito sia stato prima bonificato, dunque in questo modo si anticipa il contributo di circa 20 anni e si sbloccano l’attività edilizia e produttiva in un’area ferma da decenni.


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