Chiusura Makarenko, lettera aperta al sindaco, fra ironia e “accuse”

16 Febbraio 20217min750
Scuola

Il gruppo Facebook “Salviamo la Makarenko” ha pubblicato una lettera aperta inviata al sindaco di Scandicci Sandro Fallani; l’oggetto è facilmente prevedibile, ossia l’annunciata chiusura della scuola.

Il comitato dei genitori non ha risparmiato né ironia né stoccate, per portare avanti le proprie tesi di assoluta contrarietà alla decisione che tante proteste ha suscitato.

“Un tempo una frase recitava cosi: ‘Quelli che non ricevono critiche, invecchiano male’. Quindi per evitarle questo anatema ed anche perché crediamo che tornare a riflettere sulle proprie posizioni sapendole modificare è sintomo di grande intelligenza e levatura morale, abbiamo deciso di scriverle”, inizia il documento del comitato.

La lettera prosegue riportando, fra l’altro, dovizia di dati: “Recenti ricerche Istat confermano che ad oggi in Italia la copertura richiesta dal trattato di Lisbona (documento relativo a normative dell’Unione Europea e alla tutela dei diritti fondamentali, ndr) non arriva al 33% (per il segmento 0-3). Ma questo non avviene in Toscana, dove la copertura è al 36% (unendo tutte le tipologie di servizio: nido comunale, privato-convenzionato, privato, centri integrati 0-6 ); questo però non ci deve far indietreggiare sulla diffusione dei servizi a sostegno delle famiglie.

Da un ‘indagine IPSOS” per Save the Children (agosto 2020 ) il motivo principale per cui un bambino non ha frequentato il nido nell’ultimo anno è di tipo economico, mentre per il 10% è per non aver trovato posto, il 6 % ha indicato per orari del servizio ed il 5% per mancanza sul territorio del servizio stesso, questo vale anche per Scandicci le cui quote per accesso ai servizi comunali sono le più alte di tutta l’area fiorentina.
In questo quadro pensiamo che promuovere il diritto all’educazione, alla protezione sociale del bambino rappresenti una priorità per rompere il circolo vizioso della trasmissione dello svantaggio tra generazioni, tali interventi possono realmente essere un motore per la crescita del paese attraverso la promozione sociale e l’equità.

Poiché i pericoli sono dietro l’angolo ora come ai tempi di Don Milani. Uno su tutti: la disuguaglianza.
Lei ha fatto, nella sua proposta di creazione del nuovo polo 0-14 a Scandicci nel quartiere San Giusto, un mantra delle parole “uguaglianza – democratica”, riferendosi al fatto che la popolazione di bambini/e frequentanti le scuole comunali (una percentuale minoritaria) siano privilegiati per offerta in termini sia di qualità che di tempo-scuola rispetto a chi (la maggioranza) frequenta la statale. Tutta la giovane e futura popolazione di Scandicci deve avere il sacrosanto diritto di accedere in forma il più possibile egualitaria all’offerta dei servizi alla prima infanzia e su questo siamo concordi.

Ma nel maldestro tentativo di offrire tanto a tutti (a botte di slogan e promesse) le sfugge un particolare: la qualità non si persegue col pressappochismo.

Se per raggiungere un obiettivo (l’uguaglianza) l’unico mezzo che ha trovato è quello di livellare verso il basso la qualità raggiunta in alcuni ambienti educativi, nel tentativo di estenderla in orizzontale appiattendola su fasce e percorsi scolastici diversi per natura, per esperienze e risorse, allora le diciamo che abbiamo davanti un macroscopico errore: la mancanza di visione e di progettualità.

Un territorio come Scandicci, ricco, in crescita nonostante la crisi e che non indietreggia sul welfare dovrebbe avere la capacità di sostenere ciò che ha promosso per anni (le sue scuole comunali) sostenendo i progetti che funzionano e puntando sull’innalzamento della qualità dell’offerta.
Soprattutto necessitano di maggior qualità proprio le fasce più deboli perché come diceva il caro Don Milani “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra disuguali”.

Le scuole statali hanno un loro percorso, loro formazioni per le insegnanti e progetti che dipendono direttamente dal Miur e dal Ministero.
Il compito di un Comune è essere vicino alla sua gente, alla cittadinanza. Dare opportune risposte ai reali problemi delle famiglie. L’estensione del tempo-scuola nelle scuole d’infanzia statali è un tema dibattuto da anni ed al quale deve rispondere lo Stato attraverso un serio dibattito ed una vera trasformazione.
Non è materia di un sindaco. Lei non può e non deve “vendere” un prodotto creando il “bisogno”, quella è la legge del marketing, non della scuola!

La scuola, secondo il nostro punto di vista, deve accompagnare tutti verso una vita piena, accrescere la vicinanza, rendere consapevoli i futuri cittadini dei propri strumenti, abbattere disuguaglianza e stereotipi ed aumentare il senso di responsabilità collettiva e la sensibilità ecologica.
[…] Le scuole comunali sono l’essenza stessa del territorio. Più vicine dello Stato ai cittadini. Più prossime nell’urgenza di risposte ai bisogni reali del territorio, motivo per cui vanno sostenute, implementate e rafforzate non di certo chiuse.
Proprio come sostiene lei stesso “forti di un’esperienza pluriennale valida” dovrebbero essere il passepartout d’ingresso nella società scandiccese.

A completamento del loro primo ruolo: accogliere, abbattere le differenze, sostenere l’educazione di bambini e famiglie come prima e meglio di prima.
Le scuole comunali non esistono in contrapposizione a quelle statali bensì a sostegno dell’offerta formativa, come modello a cui tendere. Non vi è mai un buon motivo per chiudere una scuola. Mai.

Il comitato “Salviamo la Makarenko”


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