Coltivare funghi da fondi di caffè dei bar di Scandicci: presentata “Funghi Espresso”

23 Novembre 20193min2419

Una coltivazione di funghi naturale, senza utilizzo di terra e senza produzione di rifiuti, portata avanti semplicemente utilizzando fondi di caffè forniti dai bar di Scandicci.

Funziona così Funghi Espresso, la start up che ha portato il suo modello di economia circolare a Scandicci e che è stata presentata ieri, venerdì 22 novembre, dal fondatore Antonio Di Giovanni, dal sindaco Sandro Fallani, dall’assessora all’Ambiente Barbara Lombardini, dal presidente della cooperativa Il Giglio del Campo Pietro Rampini e dal presidente di Villa Costanza Ristopark Michele Morrocchi.

I bar cittadini che già hanno aderito, dopo i primi giorni di avvio del progetto, sono nove (ma diversi altri stanno definendo la propria partecipazione): The Florence Gate a Villa Costanza, dove la start up è stata presentata, La Bussola, Aquila, Monatti, Robertino, Nico, L’Estremo, Bistro il Nove, Caffé Geggè.

L’iniziativa di raccolta del caffè usato nei bar comporta nei fatti una riduzione dei rifiuti cittadini e rappresenta una buona pratica di riuso, motivi per i quali il Comune di Scandicci ha dato il proprio patrocinio. La raccolta – altro particolare di rilievo – avviene inoltre a emissioni zero, dal momento che è effettuata utilizzando speciali biciclette adibite al trasporto delle merci da B Cargo, altra start up green che ha radici a Scandicci.

“Nel settembre 2019 la start-up Funghi Espresso di Antonio di Giovanni, specializzata nella coltivazione di funghi su fondo di caffè, lascia gli spazi delle Scuderie Leopoldine presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, per intraprendere un nuovo progetto di agricoltura circolare sul territorio di Scandicci – spiegano gli ideatori – l’opportunità di trasferire la produzione a Scandicci, nasce dalla collaborazione con la Cooperativa il Giglio del Campo, che grazie al suo presidente Pietro Rampini ha permesso alla giovane start-up di insediarsi in un ex vivaio in zona Vingone. Grazie a questa sinergia con la cooperativa, oltre al valore ambientale che il modello Funghi Espresso esprime con la valorizzazione del fondo di caffè, la start up metterà al centro anche gli aspetti sociali come il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate e la formazione di giovani studenti attraverso stage e tirocini”.

La coltivazione dei funghi viene svolta a partire dallo scarto del fondo di caffè, seguendo il metodo Funghi Espresso; grazie alle importanti proprietà del fondo di caffè è possibile coltivare in modo naturale, senza l’aggiunta di agenti chimici, funghi commestibili della specie Pleurotus e Lentinula (comunemente conosciuti come orecchioni e shiitake).

“Grazie a questo sistema circolare – concludono i promotori – è possibile produrre cibo in modo naturale senza generare rifiuti”.


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