“Conversazioni Musicali”: si parla di “Lear”, dal 2 maggio al Teatro dell’Opera

17 Aprile 20193min2207

Nuovo incontro oggi, mercoledì 17 aprile, per il ciclo “Conversazioni Musicali”, ossia gli ormai noti approfondimenti sulle opere in programma al Teatro del Maggio di Firenze.

Alle 17, presso la Biblioteca di Scandicci (via Roma 38/a) gli Amici del Teatro del Maggio in collaborazione con lo Sdiaf (Sistema Integrato Documentario dell’Area Fiorentina) trattano “Lear” di Aribert Reimann, la cui prima rappresentazione al Teatro dell’Opera è in programma giovedì 2 maggio prossimo.

I partecipanti all’incontro delle Conversazioni Musicali – come di consueto a ingresso libero – potranno acquistare un biglietto dello spettacolo con riduzione speciale in base alle disponibilità del Teatro del Maggio.

Date degli spettacoli: giovedì 02 maggio alle 20:00; domenica 05 maggio alle 15:30;
giovedì 09 maggio alle 20:00.

Un allestimento dell’Opéra national de Paris, con maestro concertatore e direttore
Fabio Luisi; regia di Calixto Bieito; scenografia di Rebecca Ringst.

Personaggi e interpreti: König Lear – Bo Skovhus; König von Frankreich – Frode Olsen; Herzog von Cornwall – Michael Colvin; Graf von Kent – Kor-Jan Dusseljee; Graf von Gloster – Levent Bakirci; Edgar – Andrew Watts; Edmund – Andreas Conrad; Goneril – Angeles Blancas Gulin; Regan – Erika Sunnegardh; Narr – Ernst Alisch.

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, maestro del coro Lorenzo Fratini.

Nel 1978 il compositore berlinese Aribert Reimann firma Lear, opera nata su sollecitazione del baritono Dietrich Fischer-Dieskau, che ne sarà il primo leggendario interprete. Il soggetto è tra i più noti, quel Re Lear di Shakespeare che ha sempre affascinato, ma anche scoraggiato, molti compositori, uno su tutti Giuseppe Verdi che non realizzò mai il suo proposito di farne un’opera. Lear a differenza degli altri personaggi del bardo inglese non ha statura eroica ma è una vittima, non solo delle avide e ingannevoli figlie, ma soprattutto di se stesso e della sua altezzosità, che non gli consente di riconoscere l’amore unico e sincero di Cordelia. Spogliato dei suoi averi e dei suoi onori, per Lear la caduta a picco nel baratro della follia è inarrestabile e violenta, così come lo è la musica di Reimann, che, memore delle tecniche compositive di mezzo secolo di storia, dalla lezione della Seconda scuola di Vienna all’anarchia sperimentale del post avanguardia, esalta gli estremi drammatici dell’opera con una scrittura livida e tagliente.


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