Covid-19 e aiuti alle imprese: quanti ostacoli…

12 Maggio 20202min796
fabbrica azienda lavoro

Le cose sembrano andare diversamente, troppo diversamente, da come vengono recepite dall’opinione pubblica.

Parliamo degli aiuti alle imprese, che a questo punto del “percorso Covid-19” – un percorso obbligato per tutti noi, un’esperienza nuova per tutti e a cui tutti avremmo volentieri rinunciato – si traducono in prestiti certi e in ammortizzatori altrettanto certi per i dipendenti.

Anche a Scandicci non sono poche – o, per essere più diretti, diciamo che sono davvero parecchie – le aziende che i famosi 25mila euro di prestito a tasso agevolato, quelli con garanzia totale dello Stato, non li hanno proprio visti. Le fortunate, le cui pratiche sono andate a buon fine, corrispondono a una percentuale a una cifra!

Questo è un problema: perché se è vero che 25mila euro non sono chissà quale capitale, va anche detto che per una piccola impresa standard, da… mettiamo cinque dipendenti, tale ammontare di liquidità rappresenta una concreta possibilità di tirare avanti, ovviamente con la mira di tornare a fatturare in modo dignitoso entro un paio di mesi al massimo.

E visto che abbiamo fatto riferimento ai dipendenti, dolenti note giungono anche dal fronte della cassa integrazione, misura che anche in questo caso non raggiunge la doppia cifra in termini di lavoratori a cui è arrivata. Ci riferiamo qui agli anticipi che vengono erogati dalle banche per supplire alle lunghe attese delle procedure dell’Inps e la cui modalità prevede però – forse è troppo impegnativa…? – che il lavoratore apra un conto corrente e l’anticipo gli venga poi concesso sulla base di tre garanzie: quella del lavoratore stesso, quella del datore di lavoro e quella della Regione.


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