INCONTRI DI PSICOLOGIA – Cura di sé: l’”indice positivo” per affrontare le crisi

6 Settembre 20218min548
Copia di Copia di Copia di Cura di sé

“Se siete tristi, se avete un problema d’amore,
truccatevi, mettetevi il rossetto rosso e attaccate”
Coco Chanel

 

Lipstick Index” o “indice rossetto”: quanto più è in atto una crisi economica di vasta portata, tanto più la vendita di rossetti aumenta.

Questa l’ipotesi di Leonard Lauder, direttore della nota casa cosmetica e di profumi americana, che nel 2001, proprio all’indomani del crollo delle Twin Towers vide un aumento dell’11% nella vendita dei rossetti del suo marchio.

Già in altre circostanze i mercati economici conobbero un fenomeno simile.

Negli anni Venti del secolo scorso, ad esempio, nel periodo della Grande Depressione il commercio dei rossetti fece un’impennata del 25% e ancora, durante la Seconda Guerra Mondiale lo stesso Winston Churchill ordinò di razionare tutti i cosmetici ad eccezione dei rossetti ritenuti utili a tenere alto il morale del popolo inglese.

Più recentemente, nel 2008 in seguito al fallimento della Lehman Brothers per bancarotta che diede luogo alla più grande crisi finanziaria della storia degli Stati Uniti, la vendita dei rossetti aumentò in tutto il mondo, solo in Italia del 5.3 %.

Attualmente il Covid – 19 e l’emergenza ad esso legata, dai risvolti importanti tanto sull’economia quanto sulla salute ha portato alla comparsa di nuove abitudini sociali e personali che hanno stravolto priorità e bisogni.

E’ comunque possibile rintracciare anche in questo caso un Lipstick Index della situazione?

Secondo il rapporto redatto a maggio del 2020 da McKinsey & Company, società di consulenza manageriale americana, no; per meglio dire, non ci sarebbe il rossetto al primo posto nella classifica dei più venduti. Nella settimana del 18 febbraio 2020 in Cina ci sarebbe stato, infatti, un forte aumento nell’acquisto di prodotti cosmetici per occhi; in Francia a partire dal 16 marzo 2020, in coincidenza con l’isolamento della Nazione, alla ribalta sarebbe salito il sapone di lusso per le mani e nelle vendite online di mezza Europa avrebbero spopolato prodotti legati alle “coccole” (candele, aromaterapia, prodotti disintossicanti) e alla cura di sé di facile applicazione (smalti, tinte per capelli, prodotti per il corpo e il bagno).

Guardando al commercio digitale della sola Italia, inoltre, secondo il rapporto della Casaleggio Associati, società di consulenza e strategie digitali, nel 2019 gli articoli legati al tempo libero sarebbero stati quelli più acquistati mentre un settore in crescita sarebbe stato quello dell’elettronica che avrebbe conosciuto un rialzo del 17%: laptop, notebook, stampanti e piccoli elettrodomestici a basso costo sarebbero stati gli accessori più acquistati.

A cambiare è il prodotto, dunque ma non il senso: tutto ciò che regala benessere che sia un rossetto, un mascara, una tinta, uno smalto, un sapone o anche un dispositivo elettronico diviene particolarmente in auge in tempi di crisi, quando l’economia è in ginocchio, il malessere generale dilaga e il livello di stress personale fortemente elevato.

Qual è il nesso?

La teoria più valida e comprensibile potrebbe rintracciarsi nel seguente assunto: concedersi un bene di lusso, ma accessibile, per migliorare l’umore, guadagnare positività e regalarsi il piacere di sentirsi bene!

Come può, però, il benessere personale dipendere da un accessorio che sia un cosmetico o che sia un computer?

Il collegamento potrebbe trovarsi nella possibilità di utilizzare l’accessorio quale strumento per prendersi cura di sé e raggiungere una condizione di positività tanto del corpo quanto della mente così da “funzionare” in maniera ottimale.

Cosa dicono gli studi in proposito?

Fra i vari autori che hanno affrontato l’argomento la dott.ssa Barbara Fredrickson, psicologa sociale, si è distinta per i suoi studi affermando in sostanza che avere uno stato d’animo positivo:

  • aumenta le possibilità cognitive aprendo a pensieri più insoliti, flessibili, e efficienti;
  • rende più creativi, motivando all’azione e alla ricerca di nuovi stimoli;
  • amplia le risorse fisiche (guadagnandoci in salute, ad es.) sociali (in termini di amicizie e di reti sociali) intellettuali (ad es. aumentando le proprie conoscenze) e psicologiche (creatività, ottimismo, resilienza) e le rende durature nel tempo aumentando le probabilità di di sopravvivenza e le strategie di coping;
  • produce un effetto neutralizzante tale da permettere un recupero fisico più rapido in seguito a eventi stress correlati o ansia.

Sul versante neurobiologico strettamente collegato a sensazioni positive è l’azione di neurotrasmettitori quali dopamina e serotonina:

  • la dopamina è deputata, tra le altre cose, al meccanismo della ricompensa e della gratificazione. L’attivazione di questa molecola da il via ad una serie di modelli comportamentali la cui funzione è quella di spingere a ricercare ciò che fa star bene rilasciando una sensazione di piacere. Livelli ottimali di dopamina influiscono sulla motivazione, sulla concentrazione e sul senso di appagamento.
  • la serotonina è direttamente collegata al circuito emotivo influisce sull’umore e alla sua disponibilità si ricollega la riduzione dell’ansia e dell’aggressività.

Che dire allora?

Prendersi cura di sé è condizione complessa, certo, ma necessaria e sufficiente per ritrovare il “piacere di piacersi” in tempi di pace ma soprattutto in tempi di guerra.

Di Lena Vuono, psicologa psicoterapeuta, Psicologiafirenze.it

Fonti

https://www.ilsole24ore.com/art/rossetto-impennata-vendite-il-coronavirus-ADI2mKF

https://www.mckinsey.com/industries/consumer-packaged-goods/our-insights/how-covid-19-is-changing-the-world-of-beauty

https://www.ilsole24ore.com/art/e-commerce-17percento-2019-ma-coronavirus-stravolge-settore-ADA4HcR

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3156609/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30182149/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21731120/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15877719/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2077351/


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