Gamps di Scandicci e Università di Pisa scoprono fossili di balena in Toscana

Una balena fossile di oltre 10 milioni di anni fa riemerge dai fitti boschi della campagna toscana. O meglio, ad essere stata trovata è una piccola mandibola appartenente ad un antico cetaceo: è successo a Ponsano, nelle vicinanze di Volterra, dove i ricercatori dell’Università di Pisa ed i paleontofili del GAMPS di Scandicci hanno rinvenuto questo resto fossile che un successivo studio paleontologico, svolto in collaborazione con il Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa (Nuova Zelanda), ha permesso di attribuire alla famiglia Cetotheriidae, a cui appartengono diverse specie di balene di piccole dimensioni (sino a meno di quattro metri di lunghezza) che furono particolarmente abbondanti e diffuse tra 15 e 3 milioni di anni fa.
A questa famiglia di balene ritenuta per molti decenni estinta è stata recentemente attribuita (non senza un vivace dibattito scientifico) la balena franca pigmea, Caperea marginata, un piccolo cetaceo enigmatico che oggi abita le medie latitudini dell’emisfero meridionale.
“Nell’emisfero settentrionale, i resti di cetoteridi sono abbondanti lungo le coste dell’Atlantico e del Pacifico, ma sorprendentemente non nel Mediterraneo”, affermano Simone Casati ed Andrea Di Cencio del GAMPS di Scandicci, autori della scoperta e coautori dello studio. Il reperto di Ponsano rappresenta infatti il primo fossile di cetoteride a venir compiutamente descritto nell’intera regione Mediterranea.
Si tratta dunque di un’importante scoperta, ulteriormente impreziosita dalla presenza di tracce del morso di squalo sulla superficie esterna della mandibola – una testimonianza del fatto che la carcassa di questa piccola balena fu spolpata da un grande carnivoro marino prima di venir definitivamente seppellita da una coltre di sedimento.
Questo fossile è in esposizione presso il GAMPS di Scandicci, insieme ad una grande raccolta di fossili di vertebrati marini che popolavano il Mediterraneo nel passato.