LA PAROLA ALLA NUTRIZIONISTA – Alimentazione e sindrome dell’intestino irritabile



A cura della Dott.ssa Sara Martini, Biologa Nutrizionista ed Erborista, con studio a Scandicci e Firenze
Pancia gonfia, disturbi intestinali spesso interferiscono con le nostre attività quotidiane. Come capire quali alimenti evitare e quali preferire?
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disordine della funzione intestinale caratterizzato da sintomi quali flatulenza, meteorismo, gonfiore addominale, dolore addominale, stanchezza, mal di testa ricorrente, diarrea e/o stipsi. Tale disturbo affligge circa il 20% della popolazione, in particolare di genere femminile ed in età fertile
Non ha una causa nota ma può essere aggravata da fattori psicologici ed emotivi (ansia, stress prolungato). Lo stress cronico aumenta i livelli di cortisolo ed induce delle variazioni della componente batterica intestinale alterando la permeabilità intestinale.
Può svilupparsi anche a seguito di una grave gastroenterite batterica o virale.
Alimenti “gonfianti”?
Ci sono una serie di alimenti più ricchi in FODMAP , ovvero che contengono in quantità maggiori degli zuccheri dall’alto potere fermentativo. Una dieta ricca di questi zuccheri può causare un peggioramento dei sintomi caratteristici della sindrome dell’intestino irritabile.
Chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile trova giovamento seguendo un percorso alimentare specifico che preveda, inizialmente, l’ esclusione degli alimenti ad alto contenuto in FODMAP, per poi reintrodurli gradualmente testandone le reazioni sull’organismo.
Un esempio di alcuni alimenti ad alto contenuto in FODMAP che possono peggiorare la sindrome dell’intestino irritabile sono:
- Alimenti contenenti lattosio: latte, formaggi freschi, yogurt, alimenti contenenti lattosio (es. prosciutto cotto)
- Alimenti contenenti glutine (farine bianche ed integrali, grano, orzo, farro, kamut, cous cous)
- Alcune verdure: es. aglio, cipolla, radicchio, asparagi, carciofi, barbabietole, cavolo verza, cavolfiore, funghi
- Alimenti “senza zucchero” come gomme da masticare, caramelle “sugar-free”, alcuni yogurt alla frutta, dolci e biscotti ipocalorici
- Legumi
- Alimenti contenenti fruttosio: anguria, ciliegie, mango, mele, pere, pesche, frutta in scatola ed essiccata, succhi di frutta, asparagi, carciofi, miele, sciroppo d’agave, dolcificanti
Alcuni alimenti a basso contenuto di FODMAP sono:
- Cereali senza glutine (riso, quinoa, miglio, grano saraceno, mais)
- Alcune verdure o legumi: piselli, lattuga, spinaci, fagiolini, zucchine, pomodori, zucca, cetrioli, carote, finocchi
- Alcuni frutti poco meteorizzanti: uva, arancia, banana, fragole, kiwi, frutti di bosco, papaya, ananas
L’assunzione di una tisana “sgonfiante” (da bere anche a temperatura ambiente) a base di anice, finocchio, menta, camomilla e melissa può aiutare nella riduzione della sintomatologia. Per gli amanti della liquirizia un’altra tisana sgonfiante e molto gustosa è a base di anice, finocchio e liquirizia.
La dieta “Low FODMAP” ha trovato un crescente consenso tra gli esperti, non solo per il trattamento dell’IBS , ma anche per la cura di altre patologie intestinali quali le malattie infiammatorie croniche e la diverticolite. Numerosi studi, inclusa una recente meta-analisi, hanno dimostrato l’efficacia della dieta Low FODMAP nel ridurre l’intensità dei sintomi dell’IBS , in particolare il gonfiore ed il dolore addominale. Essendo un regime alimentare che prevede l’esclusione iniziale di diversi alimenti è consigliato affidarsi ad un professionista ed evitare il “fai da te”.
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