L’AVVOCATO RISPONDE – Sport: quando è necessario avere il green pass?

9 Settembre 20216min606
immagine sport e covid

Settembre, mese di ripresa delle varie attività lavorative della nostra tanto amata quotidianità e dei buoni propositi come quello di iniziare una sana attività sportiva: proprio per tale motivo è importante fare chiarezza circa l’applicabilità del Green Pass alle discipline sportive.

Molti dubbi si sono avuti dopo l’emanazione del decreto legge n. 105 del 23 luglio il quale, all’art. 6, prevede che a partire dal 06 agosto sia obbligatorio il Green Pass per l’accesso in “Piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, limitatamente alle attività al chiuso”. Inoltre, chi ha più di 12 anni deve esibire la certificazione verde, cartacea o digitale, per nuotare in vasca oppure allenarsi in sala.

Oltre al Pass è opportuno rispettare i protocolli per lo sport di base, ovvero: la misurazione della temperatura all’ingresso degli impianti, utilizzo della mascherina nei locali chiusi e negli spogliatoi (tranne quando si fa la doccia o durante l’allenamento vero e proprio) e tra un esercizio e l’altro, mantenere la distanza di due metri da ogni altro atleta durante l’allenamento e di 7 metri quadrati per ogni nuotatore in vasca.

All’aperto, viceversa, il Green Pass non è obbligatorio: tuttavia, in molti impianti sportivi viene ugualmente richiesto soprattutto perché si utilizzano gli spogliatoi e le docce che, necessariamente, sono al chiuso.

Laddove si desiderasse fruire esclusivamente delle zone esterne (piscine all’aperto, campi da tennis, calcetto, etc.) si potrà compilare una specifica autocertificazione che consentirà di accedere alle suddette aree.

Ma quando il Green Pass diventa obbligatorio?

Occorre distinguere tra attività all’aperto o al chiuso, sport di squadra oppure individuale, attività svolta da atleti in forma agonistica oppure attività svolta in generale dal pubblico (partecipazione ad eventi, etc.).

Entrando nel merito, vi è preliminarmente da chiarire che la partecipazione del pubblico agli allenamenti – non essendo l’allenamento una manifestazione sportiva – non richiederebbe l’obbligo del Green Pass ma, sul punto, sono molte le opinioni discordanti: sarebbe dunque auspicabile un chiarimento sul punto.

In riferimento al calcio, inizialmente la FIGC aveva previsto un tampone per tutti gli atleti, anche quelli provvisti di certificato verde ed a tutti i livelli; dopo numerose proteste attualmente si prevede quanto segue:

– per attività dilettantistiche e giovanili agonistiche di livello regionale o provinciale è necessario lo screening iniziale con tampone prima del raduno (facoltativo per i soggetti muniti di green pass o certificazione verde Covid-19);

– per le attività agonistiche dilettantistiche e giovanili di livello nazionale o comunque riconosciute dalla Federazione di “preminente interesse nazionale” lo screening con tampone è obbligatorio per tutti i componenti della squadra indipendentemente dal possesso di Green Pass o certificazione verde Covid- 19;

Nella pallavolo è richiesto obbligatoriamente il green pass trattandosi di attività al chiuso fino alla categoria under 13 raccomandando (dalla serie C in giù) un tampone molecolare o antigenico 72/48 ore prima del giorno fissato per la ripresa dell’attività sportiva mentre, prima delle competizioni, il tampone diventa obbligatorio;

Nel basket chi ha più di 12 anni deve esibire la certificazione verde dimostrando di essere negativo ad un tampone fatto negli ultimi 7 giorni;

Precisiamo, comunque, che in zona bianca ed all’aperto è possibile svolgere attività fisica senza esibire documento alcuno mentre per tutte le attività in palestra è sempre necessario.

Resta inteso l’obbligo del certificato medico per lo svolgimento delle attività agonistiche – chi ha contratto il Covid sopo l’emissione del certificato dovrà ripeterlo -.

Purtroppo, ancora tanti aspetti sull’obbligatorietà o meno di tamponi e Green Pass non sono chiari e le varie società sportive stanno già apportando proprie interpretazioni in particolare in riferimento allo screening iniziale che prevede tamponi per tutti (Vaccinati e non): alcune società, infatti, lo stanno considerando obbligatorio per tutti e molte hanno sollevato il problema dei costi ma anche dell’inutilità di sottoporre a controlli atleti che poi, non vivendo in una bolla, vanno a scuola, a lavoro e potenzialmente vivono occasioni in cui potrebbero contrarre il virus anche dopo aver eseguito un tampone.

Come professionista e soprattutto come mamma di due provetti calciatori, l’auspicio è che lo sport possa riprendere a pieno ritmo nella normalità (nei limiti del possibile) anche perché, gridiamolo forte: LO SPORT E’ FONTE DI BENESSERE FISICO E MENTALE!!!

Avv. Chiara Caciolli


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