Nuova manifestazione per la Makarenko. E Sinistra Italiana punta il dito contro le spese sostenute

8 Marzo 20213min557
L'otto Maka

Il comitato Salviamo la Makarenko ha manifestato oggi, lunedì 8 marzo, davanti alla scuola che ormai da settimane è sotto i riflettori e il cui futuro sta iniziando a dividere l’opinione pubblica di Scandicci. Anzi, per essere precisi, in questo braccio di ferro fra Amministrazione e cittadinanza, al punto in cui siamo sembra pesare molto di più il piatto delle proteste di famiglie, enti e associazioni varie…

 

 

 

 

 

 

Anche il Circolo di Sinistra Italiana di Scandicci ha fatto sentire la propria voce, pubblicando un volantino: “La Makarenko ha avuto nel corso di un decennio varie migliorie – dichiarano i responsabili -: lavori e un generatore di calore a condensazione, alimentato a metano per 50mila euro nel 2011; nel 2014 lavori di manutenzione (sostituzione infissi), finanziati con oltre 100mila euro di fondi regionali e nel 2017 adeguamento all’ultima normativa antincendio. In attesa di un ‘vero’ progetto pedagogico del Comune, visto quanto è stato speso, la Makarenko deve restare una struttura pubblica destinata ad un pubblico servizio. Non vorremmo vedere la struttura affidata a qualche realtà privata o del cosiddetto privato sociale”.

Ma Sinistra Italiana si spinge anche oltre: “La riflessione sorge spontanea anche per un’altra scuola di Scandicci, la media Fermi nella quale, nel 2020, si è concluso un importante intervento di ristrutturazione per oltre 600mila euro; per tremila metri quadri di superficie coperta e un resede di pertinenza di 4.700 metri quadri – proseguono dal circolo -. L’Amministrazione informa che ne verrà costruita una ‘nuova’ all’interno di un polo scolastico, per la realizzazione del quale è stato previsto un investimento di circa 12,7 milioni di euro. Dopo aver speso una notevole cifra per ristrutturarla, che fine farà la struttura che ospita l’attuale Fermi e la sua area? Resterà destinata a pubblico servizio o verrà ceduta a privati? I cittadini di Scandicci vogliono risposte precise, anche perché il nostro territorio è ormai pieno di cemento”.

 


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