Nuovo successo del GAMPS di Scandicci grazie ai resti fossili di una tartaruga

25 Ottobre 20202min726

La proficua collaborazione tra il G.A.M.P.S. di Scandicci e i ricercatori dell’Università di Pisa contribuisce ancora una volta a fornire una testimonianza del passato profondo del territorio toscano.

Questa volta la protagonista è una tartaruga d’acqua dolce (nella foto) appartenente al genere Mauremys, che raccoglie varie specie – tuttora viventi, ma nessuna delle quali abita in natura – presenti sul territorio italiano.

Resti fossili di questo simpatico animale sono stati rinvenuti nella provincia di Pisa e la loro scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “Carnets de Geologie”, interamente dedicata alle discipline geologiche e paleontologiche.

Il fossile di Mauremys è costituito da resti del carapace e del piastrone di questa antica tartaruga. Le ossa del piastrone (nella foto), in particolare, presentano due curiose incisioni a forma di anello: tracce come queste sono rarissime, e i pochi studi che ad oggi ne hanno dato segnalazione le ha interpretate come tracce lasciate da parassiti quali ad esempio le sanguisughe.

Oltre che per la presenza di tali tracce, il fossile di Mauremys rappresenta una scoperta importante alla luce della sua età geologica: si tratta infatti del secondo rinvenimento di Mauremys in terreni italiani datati al Pliocene, un intervallo temporale nella storia della Terra compreso tra 5,3 e 2,5 milioni di anni fa, quando la Toscana era in gran parte sommersa dalle acque del Mar Mediterraneo che lambivano le sponde degli Appennini. In tali acque plioceniche si depositavano, erosi e dilavati dal continente, i detriti che oggi formano le dolci colline della campagna toscana – colline che oggi rappresentano un vero e proprio scrigno naturalistico ricco in testimonianze fossili di grande interesse scientifico e culturale.

I protagonisti della scoperta sono Alberto Collareta, Simone Casati, Marco Alberto Luca Zuffi e Andrea Di Cencio.


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