Pelletteria in Toscana: il Covid ha colpito duro

29 Maggio 20202min1553
Borsa Sapaf pelletteria

A un mese dalla ripartenza delle attività dopo il lockdown, il bilancio della pelletteria toscana dopo l’emergenza Covid-19 è tutto in negativo e Scandicci non fa eccezione.

Nel primo trimestre 2020 si è registrato un calo medio del fatturato pari al 37%, mentre gli ordinativi si sono ridotti mediamente di circa il 45%; inoltre l’indice Istat della produzione industriale per la pelletteria registra nel mese di marzo un forte decremento: -57% circa su marzo 2019.

«Per la Toscana si tratta di un problema imponente – ha detto Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri e titolare dell’azienda scandiccese Sapaf Atelier 1954 – perché coinvolge anche tutta la filiera conciaria. La crisi c’è: la preoccupazione è a tutti i livelli e in particolare tra le piccole e medie imprese. Per questo Assopellettieri sta lavorando a soluzioni a tutto campo per aiutare le imprese toscane a risollevarsi».

Gli fa eco Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri: «Non scopriamo nulla di nuovo, ci eravamo preparati a dei numeri “difficili” ed eccoli qui; in questo momento quello che ci preoccupa non è certo la capacità di reazione delle nostre aziende: siamo pellettieri, abbiamo la pelle dura, sacrificio e sudore non ci hanno mai fermato, ma il ruolo fondamentale deve essere svolto dal Governo che deve metterci nelle condizioni di ripartire. Serve un intervento strutturale, è necessaria la liquidità tanto promessa ma che fino ad oggi in pochissimi hanno visto, è necessario semplificare le procedure e ridurre i tempi per svolgerle».


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