PSICOLOGIA QUOTIDIANA – SOS Bilancia. Quanto influisce lo stress?

26 Luglio 20216min540
Dott.ssa Tiziana Barchiesi PsicologiaFirenze.it

Stress, quante volte sentiamo questa parola o la pronunciamo nell’arco della giornata. Cerchiamo di capire insieme di che cosa si tratta e come può influire su di noi.

ll termine stress fu utilizzato per la prima volta dal Dr. Hans Selye nel 1936. Questi lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte:
1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli;
2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;
3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.
La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie. Quello acuto, che si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato; quello cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata

Nell’ultimo periodo siete aumentati di peso?

Lo stress è sicuramente un fattore corresponsabile.

La scienza ha messo in evidenza come la tensione, provata in periodi stressanti, attiva tutta una serie di reazioni biochimiche che ci portano ad aumentare di peso.
Quando siamo sotto pressione infatti nel sangue aumenta l’insulina, l’ormone che favorisce il deposito del grasso. Questo succede perché il nostro corpo pensa di essere sotto attacco e rilascia il glucosio nel sangue per rifornire i muscoli di energia.

Il principio che guida il nostro cervello è: sono sotto attacco? Mi devo difendere mettendomi al sicuro e per farlo mi serve energia pronta e spendibile per scappare e mettermi al riparo.

Il problema è che in realtà quella energia non viene realmente spesa dal nostro organismo, ma a questo punto il nostro corpo compie un’altra operazione: il pancreas secerne una grande quantità di insulina, che a sua volta determina un importante utilizzo del glucosio da parte dei tessuti. Questo fa si che, a due o tre ore dal pasto, si va incontro ad una ipoglicemia con il conseguente bisogno di mangiare di nuovo, creando così un circolo vizioso.

Uno studio condotto all’Ohio State University e pubblicato sulla rivista “Biological Psychiatry” ha dimostrato che su un campione di 58 donne, alle quali è stato offerto un goloso pasto, poi sottoposte a dei test per misurare gli zuccheri nel sangue, i trigliceridi, l’insulina e i livelli di cortisolo, coloro che avevano avuto una giornata particolarmente stressante bruciavano in media 104 calorie in meno della altre. Un dato che potrebbe sembrare poco rilevante ma che sommato nel tempo significa 5 Kg in più nell’arco di un anno.
A tutto questo va aggiunto che il cibo, soprattutto quello ipercalorico, ha un effetto gratificante capace di attenuare i fastidi legati all’ansia o alla depressione tipici dei periodi stressanti. Quindi effetti psicologici e biologici dello stress rischiano di diventare un mix esplosivo se non adeguatamente affrontati.

Cosa fare?

Il primo pensiero che mi viene è sicuramente tanto banale quanto difficile da realizzare. Infatti, innanzitutto sarebbe auspicabile ridurre tanto più possibile quei fattori di stress che in qualche modo sono potenzialmente eliminabili ma che l’abitudine ci impedisce di vedere come tali.

Altrettanto importante è cercare di condurre uno stile di vita sano e trovare gratificazioni diverse dall’assunzione di cibo ipercalorico, come ad esempio ascoltare musica, leggere un libro, uscire con gli amici, fare insomma quello che ci fa stare bene e sentire appagati.
Bisogna inoltre cercare di ripristinare un ritmo sonno-veglia adeguato, che di solito viene meno nei periodi stressanti. Infatti dormire le sette-otto ore consigliate non solo serve per ricaricare le energie e svegliarsi pronti per affrontare una nuova giornata, magari anche intensa, ma serve anche per prevenire l’aumento del peso regolando il metabolismo.

Di Tiziana Barchiesi, psicologa e psicoterapeuta PsicologiaFirenze.it


Iscriviti alla Newsletter