SCANDICCI SECONDO ME… – Scandicci 2(mila).0

12 Gennaio 20214min483
Piazza-Resistenza

Forse mi sbaglierò, ma credo di avere capito quale potrebbe essere uno degli spartiacque fra i ragazzi scandiccesi nati prima della metà degli anni ottanta e quelli della generazione successiva. A questo ragionamento sono arrivato, soprattutto, dopo essere tornato in contatto con un mio ex compagno di squadra ai tempi del Casellina, che oggi lavora in Germania, anche perché, in questi casi, viene inevitabilmente da pensare su come certe strade possono arrivare a biforcarsi in maniera così… internazionale.

Mi riferisco, nello specifico, all’ambito scolastico, in particolare quello secondario, ossia le “superiori”. La presenza, infatti, da più di 20 anni sul nostro territorio di un istituto come il Russell-Newton, con la vasta offerta formativa che lo connota e l’elevato numero di studenti che lo frequenta, secondo me ha dato un forte impulso aggregativo ai giovani scandiccesi all’interno del comune di Scandicci, al punto che Scandicci stessa è diventata, negli ultimi anni, un punto di riferimento, sotto questo aspetto, anche per molti ragazzi che provengono dal territorio circostante.

“Scandicci caput mundi”? Certo che no, però Scandicci valida alternativa a Firenze per diversi aspetti legati alla formazione scolastica, credo proprio di sì.
Questo, secondo me, per certi versi, potrebbe avere, però, “limitato” il raggio d’azione dei giovani scandiccesi dell’ultima generazione, visto che, rispetto al passato (come è successo anche al sottoscritto) non si è reso necessario lo spostamento giornaliero nel comune di Firenze per frequentare gli istituti superiori.

Ho usato il termine “limitato” non in senso negativo, ma per fare capire che, probabilmente, i ragazzi della mia generazione, ad esempio, fin da quando avevano 14 anni, si sono dovuti sobbarcare diversi chilometri in più la mattina per arrivare in scuole dislocate sul territorio fiorentino. Tante ore passate sugli autobus (all’epoca non c’era ancora la tranvia), molto affollati la mattina, più… vivibili il primissimo pomeriggio quando tornavamo a Scandicci.

Questa sorta di “pendolarismo”, però, ha avuto anche diversi effetti interessanti e concreti, visto che, inevitabilmente, il “raggio” della cerchia delle amicizie si ampliava, di anno in anno, di svariati chilometri, diretta conseguenza del fatto che molte scuole fiorentine dell’epoca erano affollate (nel vero senso della parola) sia da studenti che abitavano nei paraggi e, soprattutto, nei comuni limitrofi.

E’ per questo motivo che molti scandiccesi della mia generazione a 20 anni conoscevano Firenze, forse, meglio di Scandicci e, soprattutto, conoscevano molti più coetanei fuori dalla cinta comunale. La massiccia diffusione dei motorini stessi (e non mi riferisco certo ai comodi scooter moderni) favorì in quegli anni questa sorta di integrazione metropolitana che, secondo me, ha rappresentato un valore aggiunto per Scandicci stessa, visto che le diverse esperienze accumulate avevano (o potevano avere, se ben sfruttate) dei riflessi positivi proprio sul nostro territorio comunale.
Credo, in generale, che parte di quelle esperienze abbiano contribuito a fare crescere tutti i comuni della piana fiorentina.
Certo, c’è chi, invece, ha fatto scelte diverse, andandosene da Scandicci per i motivi più diversi legati, comunque, a concrete necessità. Anche per questo motivo, secondo me, non ci si deve stupire quando capita di trovarsi davanti a persone che hanno legato solo la prima parte della loro vita a Scandicci, portandosi, comunque, il ricordo di Scandicci nei luoghi in cui la vita li ha condotti.
E, comunque vada, ricordiamoci che si tratta sempre di Scandicci, sia nella versione 1.0 che in quella… 2(mila).0.

Di Roberto Vinciguerra, giornalista


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