SCIENZE DELLA TERRA – Le razze

25 Giugno 20213min553
Razza

Tra le razze esistenti (Myliobatiformes: Myliobatoidei), quelle assegnate al genere dell’aquila pelagica Aetobatus (Myliobatiformes: Aetobatidae), sono tipiche delle acque tropicali e subtropicali poco profonde dell’Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano. Aetobatus differisce principalmente dai generi affini Aetomylaeus e Myliobatis per avere un lembo internasale profondamente dentellato, spiracoli posti sulla regione dorsolaterale della testa, pinne pettorali che si uniscono alla testa a livello degli occhi, estremità posteriori libere ampiamente arrotondate delle pinne pettorali e una singola placca dentale mediana su ciascuna mascella in tutte le fasi di crescita.

A lungo considerato appartenente alla famiglia delle razze Myliobatidae, Aetobatus è ora collocato nella propria famiglia monotipica Aetobatidae. Al giorno d’oggi, Aetobatus non abita le acque fredde o temperato calde europee (e mediterranee), sebbene sia noto in questa vasta regione in virtù di numerosi denti fossili che si collocano cronostratigraficamente dal Paleogene inferiore al Neogene superiore. Il presente lavoro riporta un fossile di dente etobatide scoperto nel Pliocene medio (da Zancleano superiore a Piacenziano inferiore, 3,82-3,19 Ma) in depositi marini esposti nelle vicinanze di Certaldo (Toscana, Italia) e identificato come appartenente ad †Aetobatus cfr. cappettai. Questo esemplare segnala la presenza più giovane di Aetobatus lungo le coste dell’Europa continentale; inoltre, insieme a precedenti reperti provenienti da depositi pressoché coevi di Maiorca (Isole Baleari, Spagna), rappresenta la più recente testimonianza di questo genere in tutta la regione euromediterranea.

Alla luce delle preferenze ambientali di Aetobatus spp. attuale, la nostra scoperta suggerisce condizioni paleoambientali favorevoli alla persistenza di taxa tropicali/subtropicali di “sopravvissuti al Miocene” lungo le coste plioceniche della Toscana. Inoltre, solleva la questione se la Crisi Messiniana di Salinità abbia davvero provocato o meno il completo collasso del biota marino mediterraneo e la successiva ricolonizzazione del Bacino del Mediterraneo, dalle acque adiacenti dell’Atlantico e/o dai rifugi marginali intrabacinali sparsi all’inizio del Pliocene. Si discute la possibilità che Aetobatus ricolonizzi il Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez nel prossimo futuro.

L’interesse per i fossili, beni culturali che fanno parte del nostro patrimonio nazionale, hanno portato i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Università di Pisa e il GAMPS Scandicci ad impegnarsi sempre più nello studio delle faune e gli ecosistemi del Passato. Oltre ad Aetobatus, straordinarie scoperte di esemplari fossili mai descritti stanno cambiando le conoscenze su mondi sommersi che ancora oggi si trovano nei sedimenti della campagna toscana.


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