Sicilia: Taormina e i suoi sentieri

3 Settembre 202012min1235
taormina

Si snoda lungo la costa orientale della Sicilia il sentiero Forza d’Argò – Taormina. Un’occasione da cogliere per scoprire un entroterra sconosciuto, ricco di cultura e natura, ammirare panorami che spaziano dell’Etna alla Calabria ed esplorare angoli remoti di Sicilia.

Il sentiero che collega il paese di Forza d’Agrò a Taormina è tracciato valorizzato che si sviluppa attraverso le antiche mulattiere che collegavano i borghi dell’entroterra. Questi sentieri costruivano importanti vie di comunicazione poiché quotidianamente venivano percorsi dai contadini per i lavori in campagna o per raggiungere i pascoli migliori. E ancora oggi, chi percorre questo sentiero, venendo magari dalla movida della celebre Taormina, si trova con stupore catapultato in un mondo un po’ magico e antico, legato a ritmi tradizionali, dove non è raro essere avvicinati da un contadino che ti offre le more di gelso e si può comprare del formaggio locale in un vecchio negozio di alimentari. Poi ci sono gli ambienti, vari e incantevoli. Dal punto di vista geologico infatti il territorio è stato modellato dall’alternarsi di formazioni litologiche. Il tipo di roccia più caratterizzante è quello dei calcari mesozoici di Capo Sant’Andrea e di Longi Taormina, materiale da costruzione sfruttato sin dall’epoca greca. Nelle decorazioni del teatro greco e all’interno di varie chiese tra Forza d’Agrò e Castelmola, si può osservare la varietà di colore rosso con venature bianche dal nome di “marmor rubro tauromenitano” o “pietra di Taormina”. Grazie alla travagliata morfologia del territorio, questo sentiero, che si sviluppa per circa 24 km lungo il versante meridionale dei Monti Peloritani, svela paesaggi sempre diversi dalle fiumare a carattere stagionale, alle colline arse dal sole, dai picchi, ai crinali e alle vallate solcate da torrenti. E lo stesso vale per gli ecosistemi che vanno dalle boscaglie di roverella, alla macchia di euforbia arborea e lentisco, dalle gariche alle ginestre e cisti, alle praterie caratterizzate da cespi di barboncino mediterraneo o dal tagliamani, una pianta utilizzata nella tradizione contadina per l’intreccio. Dove le colline digradano verso i corsi d’acqua, come le gole di Cardà, a farla da padrone sono invece i pioppi, gli oleandri e soprattutto gli ombrosi platani orientali, che caratterizzano gli ambienti ripariali della Sicilia orientale e della Calabria.

In un viaggio in Sicilia non si può non visitare Taormina, la città rappresenta un insieme caratterizzato da un intreccio straordinario di elementi architettonici ricchi di valore archeologico paesaggistico e monumentale. Il percorso classico che conduce, una volta oltrepassato Porta Messina, all’interno del Corso Umberto I, una via tranquilla, fiancheggiata da negozi ristoranti ed eleganti caffè, che offrono inattesi profumi, come quello della frutta di marzapane e della pasta di mandorle. Continuando lungo Corso Umberto I, si arriva subito dopo in Piazza Vittorio Emanuele, dove si trova l’elegante Palazzo Corvaja, che prende il nome della famiglia stessa, una delle più antiche di Taormina. Il palazzo rappresenta la maggiore edificio medievale della città, in quanto possiede una singolare architettura che unisce gli stili arabo gotico e romano, risultato delle influenze artistiche apportate alle varie dominazioni. Dalla piazza Vittorio Emanuele si può raggiungere il teatro greco, dove dall’alto della tribuna si ammira tutto il suo splendore, con il bianco delle colonne marmoree che ancora ornano la scena, e rosso dei mattoni e il paesaggio che gli fa da sfondo, con l’Etna in primo piano e l’azzurro del mare che si confonde con il cielo.

Raggiungendo Piazza 9 Aprile il “salotto buono” di Taormina, con i suoi bar all’aperto è un belvedere da dove lo sguardo può abbracciare la sinuosa costa sottostante. Sulla piazza si affaccia la seicentesca chiesa di San Giuseppe, in chiaro stile barocco, che oltre la sua maestosa facciata, presenta un elegante scalinata a doppia rampa. Oltrepassando la vicina a Porta di Mezzo con la Torre dell’Orologio, si giunge in poco tempo Piazza del Duomo, dove si innalza una bella fontana scolpita nella pietra di Taormina.

Il Duomo, edificato verso il 1400 sui resti di una piccola chiesetta medievale, possiede una struttura a croce latina con tre navate divise da una serie di colonne in marmo Rosa di Taormina.

All’estremità opposta dei Corso Umberto I, si trova la porta Catania e il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, uno degli esempi più interessanti dell’architettura del XV secolo, oggi sede di rassegne e varie mostre d’arte.

Da non perdere la passeggiata che ci fa scoprire gole e santuari, cominciando dal Santuario della Madonna della Grotta, scavato nella roccia con ex voto di naviganti. Si percorre a destra la strada asfaltata, dove poco dopo si incontra la scalinata che sale al paese di Castelmola (490 m), si prosegue verso il cimitero e attraversando una piccola strada in salita, contrassegnato da rettangoli rossi, ci si può incamminare per il sentiero che conduce al Monte Veneretta (883 m).

Poco dopo si percorre un altro breve tratto di strada asfaltata sopra un crinale da dove si ammira un ampio panorama sulla costa. Seguendo i segnali rossi, si svolta a sinistra per un sentiero che conduce alla grandiosa scalinata saracena. Superata la scalinata si raggiunge una panoramica altura, una vecchia struttura negli anni ‘50 e ‘60 costituiva il bar Scalia, un eccentrico luogo che nelle serate estive veniva raggiunto a piedi o a dorso di un mulo, da illustri personaggi del Jet set di Taormina. Da qui si riprende a salire fino a incrociare un tratto di strada asfaltata, dove sulla destra inizia un ripido sentiero che conduce verso della sommità del monte Veneretta, un luogo panoramico che permette allo sguardo di spaziare dall’Etna alla Calabria, sino ai Monti Peloritani. Si scende nuovamente dalla montagna attraverso un altro percorso abbastanza sconnesso, in quanto supera alcuni muretti a secco che testimoniano come questo territorio fosse un tempo interamente coltivato. Seguendo sempre il sentiero segnalato dei riquadri rossi, su continua a camminare in leggera discesa sino ad immettersi su una strada asfaltata, dove in prossimità dell’incrocio con quella che scende verso Taormina e Castelmola, si trova un lavatoio. Proseguendo si giunge ad un piccolo gruppo di case con un negozio di alimentari, dove ti possono acquistare dell’ottimo formaggio ed altri prodotti tipici che possono essere di conforto durante la passeggiata. L’itinerario continua fino ad arrivare presso un cartello che indica a sinistra Luppineria, ma svoltando a destra si percorre un sentiero che passa alla base delle pareti rocciose attraverso una fitta vegetazione costituita da grandi cespugli di ginestre, piante di gelso, querce ed olivastri e che poi, diventano più rada, permette ampie vedute sulla costa di Letojanni. Giungendo nel fondo valle, superando un piccolo ponte il torrente Cardà, dalle sponde circondate da pioppi, oleandri e grandi platani orientali. Il sentiero costeggia per un breve tratto la sponda destra, sino a raggiungere la gola di Cardà, un luogo molto suggestivo dove l’acqua si apre uno stretto varco fra le rocce. Da qui un ripido sentiero inizia a salire fino a raggiungere il crinale sovrastante, per poi scendere nuovamente verso un gruppo di case e arrivare alla strada asfaltata, che bisogna percorrere verso destra. Camminando sulla strada per poche centinaia di metri, si giunge all’ingresso di una galleria, dove a sinistra si possono notare i simboli rossi che indicano il proseguimento del sentiero per il paese Gallodoro e Forza d’Agrò. Superata invece la galleria, scavata dai prigionieri austriaci durante la prima guerra mondiale, si prosegue per arrivare a Letojanni.

Altro itinerario è quello che si percorre tra monti e torrenti, dalla piazza principale di Forza d’Agrò si seguono le indicazioni sul sentiero contrassegnato dal rettangolo rosso, percorrendo all’inizio un tratto di strada asfaltata. Poi, una volta oltrepassato un piccolo cancelletto, si comincia a scendere verso la valle sottostante attraverso un percorso che supera alcuni terrazzamenti coltivati con alberi da frutto e vigneti. Si giunge così al torrente Parrino, che si guada facilmente, per poi cominciare a risalire il versante opposto della valle, percorrendo una strada sterrata e successivamente un sentiero che permette ampio panorama sul mare, sul castello di Sant’Alessio, a picco sull’omonimo patrimonio roccioso, e sul paese di Forza d’Agrò. L’itinerario, che attraversa un territorio punteggiato da querce, giunge presso il monte Pietra Bianca, dove si trova una larga aia lastricata, che costituisce un punto da dove si ammira un vasto panorama sulla spiaggia di Letojanni e la costa di Taormina. Il sentiero prosegue poi abbastanza pianeggiante, seguendo all’indizio del crinale del monte, che appare avvolto da una verde distesa di felci, per poi iniziare a scendere verso la successiva valle, un territorio molto bello che permette grandi vedute sul mare e dove si possono conoscere anche le vecchie strutture di vari palmenti. Si scende così verso il paese di Gallodoro, dove l’ultimo tratto del sentiero, prima di raggiungere il borgo, costeggia un piccolo torrente, che permette lo sviluppo di una ricca vegetazione, con zone coltivate da alberi da frutta e orti. Arrivati all’ingresso del paese di Gallodoro, si trova il cartello con le indicazioni in giallo che indicano a sinistra il percorso alternativo per Letojanni; superando invece una fontana, si entra in paese, e seguendo i segnavia rossi si sale verso il cimitero e, poco dopo sul crinale del Monte Castellaccio, interamente coperto da grandi cespugli di euforbia. L’itinerario prosegue poi in discesa raggiungendo la strada asfaltata una galleria scavata dei prigionieri austriaci. Sulle pareti rocciose appena fuori dalla galleria è possibile ammirare interessate flora rupestre con il raro fiordaliso di Taormina ed il garofano delle rupi.


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