Svincolo dell’A1 a Scandicci: cattive notizie sul futuro di un’opera così attesa

11 Agosto 20203min861
Code autostrada

Meno di due mesi fa avevamo parlato dell’incontro che il presidente del consiglio regionale – nonché candidato di centrosinistra alle regionali di settembre – Eugenio Giani, avrebbe avuto a Roma con la ministra alle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli per trattare anche temi cari alla città di Scandicci. Fra cui, prioritario, il nuovo svincolo dell’A1 (qui l’evento di un anno e mezzo fa che lasciò ben sperare…). Un’opera che aiuterebbe tanto le persone, per esempio liberandole dal dover sopportare sulla superstrada Fi-Pi-Li code allucinanti ogni giorno.

Purtroppo la “missione” romana di Giani sembra non aver sortito l’effetto auspicato – certo non per suo demerito – e la realizzazione di questa infrastruttura così attesa da Scandicci appare sempre più come una chimera. Prospettiva confermata a La Nazione dal sindaco Fallani, di cui il quotidiano riporta queste parole: «È stata data a un tecnico la responsabilità per la verifica o meno dell’assoggettabilità a Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) dello svincolo. In caso negativo, il potere di agire tornerà ad Autostrade che deve fare progetto definitivo, esecutivo, gara e affidamento. Una situazione assurda. Non riusciamo a capire quale sia la valutazione di impatto ambientale in un’area totalmente incolta, accanto alla casa circondariale, all’autostrada e alla strada di grande comunicazione. Si tratta di raddoppiare una stradina come via Bosio che vede oggi passare una macchina ogni tre ore».

Insomma, siamo a parlare della solita, “preistorica” – o comunque, per non andare troppo a ritroso con le epoche storiche, “borbonica”!! – burocrazia italiana. Una piaga che non per niente fa accapponare la pelle a quella parte illuminata di imprenditori stranieri che spesso vengono dissuasi dall’investire da noi proprio a causa di questo italico vizio.

In attesa di un’autorizzazione, una banale autorizzazione, da parte del ministero, non rimane dunque che continuare ad aspettare, sperando peraltro che tutto non venga risucchiato nel vortice di un… burocratico dimenticatoio.


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