Scandicci, una mozione per profughi afghani e intitolazione parco a Gino Strada

26 Agosto 20215min366
Profughi afghani

Dopo la lettera (qui) inviata la scorsa settimana ai vertici dell’amministrazione comunale di Scandicci, adesso il consigliere Alessio Babazzi (Scandicci a Sinistra) impegna con una mozione il sindaco e la giunta a intitolare a Gino Strada e alla moglie Teresa Sarti Strada uno spazio verde di Scandicci.

Il consigliere impegna inoltre i suddetti alla “massima collaborazione con il Governo e gli altri livelli istituzionali nell’individuazione delle possibili soluzioni per offrire la migliore accoglienza ai profughi afghani che saranno ospitati nel nostro Paese”.

Di seguito le motivazioni della mozione.

“Nel 1994 Gino Strada e Teresa Sarti fondarono insieme la Ong Emergency, associazione indipendente e neutrale, nata per portare cure medico-chirurgiche gratuite a tutte le vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, con una particolare attenzione da sempre rivolta ai bambini che ne sono le vittime più indifese.
In questi anni l’azione di Emergency, avviata in Ruanda durante il genocidio, si è sviluppata in Cambogia, Serbia, Iraq, Eritrea e dal 1998 in Afghanistan, e poi ancora in Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua, Sri Lanka e anche Italia. Dalla sua nascita ad oggi Emergency ha infatti operato in 19 paesi del mondo e curato oltre 11 milioni di persone.
Teresa Sarti e Gino Strada hanno rappresentato per lunghi anni un chiarissimo esempio di impegno civile, sociale, umanitario, di generosità e di coraggio, dedicando la loro vita e le loro capacità a favore dei più deboli e bisognosi di cure, a prescindere dalle loro idee, appartenenze, culture, religioni, etnie.
La loro è stata una missione laica che, al concreto sforzo per offrire pronto soccorso ed assistenza sanitaria gratuita e di qualità nei più tragici teatri di guerra e di povertà del mondo, ha affiancato una costante denuncia degli orrori della guerra e un’azione di sensibilizzazione dei governi e dell’opinione pubblica sulle drammatiche conseguenze dei conflitti, al fine di promuovere una diffusa cultura della Pace
Una missione riconosciuta a livello mondiale con, nel 2015 a Stoccolma, l’assegnazione a Gino Strada del “Right Livelihood Award”, il “Premio Nobel alternativo”, nato per «onorare e sostenere coloro che offrono risposte pratiche ed esemplari alle maggiori sfide del nostro tempo» e, pochi mesi dopo, del “Sunhak Peace Prize”, attribuito ogni anno a persone ed organizzazioni distintesi per
l’importante contributo alla pace e allo sviluppo umano, e con i tributi riconosciuti a Gino Strada e ad Emergency dopo la sua morte da tutta la comunità internazionale, a partire dal Presidente Mattarella.

Anche in questi giorni drammatici, in Afghanistan – dove dal 1999 ha fornito assistenza sanitaria gratuita e di qualità, curando oltre 7 milioni di persone – la rete sanitaria di Emergency, presente a Kabul come in altre città e nelle zone più remote del paese con 44 posti di primo soccorso, continua a funzionare e curare chi ha bisogno e chi continua a subire le conseguenza di questa guerra senza fine.

A 12 anni dalla scomparsa di Teresa Sarti e pochi giorni dopo quella di Gino Strada, è importante dare il massimo rilievo alla loro opera ed a quella della grande organizzazione che hanno costruito, facendo conoscere, in particolar modo alle giovani generazioni, le loro figure ed i valori che hanno costantemente contraddistinto l’attività di Emergency in tutto il mondo, nonché assicurare tutto il sostegno possibile al tanto che di tale lavoro rimane.
Questa opera di informazione ed educazione deve contribuire ad una riflessione sulle scellerate decisioni portate avanti dalla comunità internazionale in Afghanistan ma, ancor prima, se non si vuole parlare inutilmente di “corridoi umanitari” ed abbandonare ipocritamente ad una sorte terribile le fasce più deboli delle popolazioni di questo ed altri paesi, sull’assoluta necessità che torni a prevalere una logica d’intervento sulle grandi questioni internazionali basata sulla politica e sulla
diplomazia piuttosto che sulla forza delle armi”.


Iscriviti alla Newsletter