Trieste e i suoi Caffè letterari

4 Maggio 202010min1976
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Con la sua affascinante e complessa storia mitteleuropea, i tanti caffè storici e la perfetta proporzione geografica tra lo spazio riservato alla città, alla montagna e al mar Adriatico, Trieste è una vera e propria musa per chi è in cerca di una qualche ispirazione letteraria. Non è un caso, infatti, se quest’ultima è stata la “casa” prediletta di grandi autori del passato quali Italo Svevo, James Joyce o Umberto Saba e, ancora oggi lo è per lo scrittore Claudio Magris e i più giovani “muli” (come si chiamano a Trieste i ragazzi) Nicolò Giraldi e Diego Manna. A Trieste si stampano ancora un’infinità di libri ed è l’unica città d’Italia ad aver avuto una scuola letteraria vera (quella della Trieste asburgica) ma, nonostante ciò, oggi non si ospita un festival letterario degno di questo nome.

Un’ispirazione infinita, quella che regala Trieste, soprattutto a chi si prende il tempo di curiosare con lentezza e attenzione anche in quei luoghi che, a prima vista, possono confondersi tra le vetrine del centro. Uno di questi è senz’altro la Libreria Antiquaria Umberto Saba, in via San Nicolò 30, che il poeta del “Canzoniere” rilevò nel 1919.

La ricchezza culturale del centro storico di Trieste inizia dalla celeberrima Piazza dell’Unità d’Italia. Progettata dall’architetto Giuseppe Bruni nel 1879 e successivamente ristrutturata dall’architetto francese Bernard Huet nel 1999, è la piazza affacciata sula mare più grande d’Europa nonché tra le più belle del mondo. Qui tra Il Palazzo del Governo, la sede della Prefettura, il Palazzo Modello, il Palazzo deI Municipio, il Palazzo Pitteri (l’unico risalente al XVIII° secolo), l’Ex Palazzo Vanoli, il Palazzo del Lloyd Triestino (ora sede della regione Friuli-Venezia Giulia) e le settecentesche fontana barocca dei Quattro Continenti (l’Australia non era ancora stata scoperta quando fu Inaugurata nel 1751) e la colonna con la statua dell’imperatore Carlo VI, spicca il neoclassico Palazzo Stratti. Al suo interno, fin dal 1839 è ospitato l’elegante Caffè degli Specchi. Vera leggenda triestina, questo caffè storico con i tavolini all’aperto da cui si può letteralmente respirare l’aria del mare, oggi è gestito dalla famiglia di maestri cioccolatieri Faggiotto, proprietari del famoso marchio di cioccolato Peratoner. Nei suoi “salotti”, per decenni si sono accomodati importanti commercianti; intellettuali e alcune tra le personalità più in vista della storia letteraria triestina quali Italo Svevo e James Joyce. Dalla piazza, percorrendo interamente la lunga via Armando Diaz, al civico 27 merita una visita il Museo Revolella, una ricca galleria d’arte moderna ricavata nella dimora ottocentesca del Barone Pasquale Revoltella, che mostra i capolavori della pittura e della scultura italiane dell’Ottocento, unitamente a raccolte pittoriche internazionali risalenti all’Ottocento e al Novecento. Da non perdere, la magnifica vista che si gode dalle sue terrazze panoramiche, sedi estive e dj set.

Superando piazza Venezia si prosegue lungo via Lazzaretto Vecchio fino a incrociare, sulla sinistra, via Belpoggio. Al, numero 9, ospitato nel Magazzino dei Venti, c’è il Museo della Bora e del Vento, un centro di documentazione, piccolo ma prezioso, che contiene libri e curiosità’ eoliche legate ai venti, vicini e lontani.

In direzione del mare, superata piazza Attilio Hortis, dove si trova la statua di Italo Svevo, s’imbocca via di Cavana e poi si svolta in via della Madonna del Ware, fino al civico 13, dove si raggiunge l’imperdibile Museo Joyce & Svevo.

Immettendosi su via del Teatro Romano, sono visibili i resti del teatro risalenti all’antica Tergeste, la città romana fondata intorno alla metà del secolo a.C. tra il colle di San Giusto e il mare. Incrociato corso Italia, dove il Caffè Torinese, famoso dal 1915 per i suoi interni in legno creati dall’ebanista Debelli che ricordano la boiserie di un lussuoso transatlantico. In via Dante Alighieri, c’è il Caffè Stella Polare, un ritrovo storico dal 1865, riconoscibile per il suo tocco austro-ungarico e le grandi specchiere d’epoca. Più discosto, invece, il Caffè San Marco si raggiunge oltrepassando la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo e piazza San Giovanni, lungo via Battisti. È al numero 18 che questo locale, nato a inizio del Novecento, devastato nel 1915 dai soldati dell’esercito austro-ungarico e poi abbandonato fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, ospitò studenti, intellettuali e scrittori come Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce, Gianni Stuparich, Virgilio Giotti, Giorgio Voghera. Il suo decoro è inconfondibile, in stile Secessione Viennese con arredi floreali opera di artisti quali Barison, Cambon, Flumiani, Guido Marussing o Vito Timmel. Dal Caffè San Marco, quindi, si ritorna in piazza Sant’Antonio Nuovo per percorrere il Canal Grande fino a Riva Tre Novembre. Realizzata tra il 1754 e il 1766 da Matteo Pirona, il Canal Grando è l’unico canale rimasto della-città e si trova all’interno del Borgo Teresiano, l’area compresa tra corso Italia e piazza Libertà dove, prima della bonifica, un tempo c’erano le saline. Da non perdere il Caffè Tommaseo. In piazza Tommaseo 4/C, il più antico caffè di Trieste è stato un leggendario ritrovo di artisti, letterati e uomini d’affari deve il nome allo scrittore e patriota dalmata Tommaseo. A dare vita al mito di questo locale dal fascino retrò di marcata tradizione mitteleuropea, intorno al 1830, contribuirono soprattutto l’estero del padovano Tommaso Marcato e poi gli splendidi decori opera del pittore triestino Giuseppe Gatteri.

Ma Trieste non è solo Caffè letterari, dall’Obelisco del quartiere triestino di Opicina parte uno dei sentieri più frequentati della città, la “Strada Napoleonica” o anche detta “Strada Vicentina”. Il primo fa riferimento alla leggenda secondo la quale sarebbero state le truppe napoleoniche, giunte a Trieste il 23 marzo del 1797, a inaugurare questa strada. Il secondo, invece, ricorda più verosimilmente il cognome dell’ingegnere Giacomo Vicentini che, nel 1821, progettò il tracciato di una strada carrozzabile che dal borgo di Prosecco avrebbe dovuto collegare l’altopiano carsico a Trieste, un piano realizzato per soli duecento metri e poi abbandonato perché troppo costo. Al sentiero attuale, su fondo misto, lungo circa quattro chilometri e mezzo e con un dislivello complessivo di duecento metri, collega il piazzale dell’Obelisco della frazione di Trieste, con il borgo di Prosecco ed è stato tracciato dalla sezione triestina del C.A.I., la Società Alpina delle Giulie. Percorribile anche in bicicletta, adatto alle famiglie con i bambini anche piccoli e ai passeggini questo itinerario non impegnativo, esposto al sole e al riparo dalla Bora grazie agli arbusti di scotano (Cotinus coggygria), offre bellissimi panorami su Trieste e il suo golfo.

Lungo il percorso, oltre al panorama, si possono ammirare Obelisco fatto erigere nel 1830 in onore dell’imperatore d’Austria Francesco I e, in arrivo al borgo di Prosecco, le spettacolari falesie dove gli appassionati di climbing possono praticare l’arrampicata sportiva.

Per chi volesse provare un’altra passeggiata iconica di Trieste, meglio se in una bella giornata di sole, c’è il Sentiero Rilke. Affacciato sul golfo triestino, questo breve tratto di camminata che collega tra loro le località di Sistiana a Duino si sviluppa a strapiombo sulla scogliera ed è dedicato a Reiner Maria Rilke. Il poeta all’inizio del secolo scorso compose le sue famose “Elegie Duinesi” presso il Castello di Duino. Dimora privata dei Principi della Torre e Tasso, eretta nel XIV° secolo sulle rovine di un avamposto militare romano, quest’ultimo è aperto al pubblico e visitabile tutti i giorni. Qui, tra il castello e il suo splendido parco soggiornarono anche Elisabetta d’Austria (Sissi), Johann Strauss, Gabriele d’Annunzio e Paul Valery. Da non perdere la visita al bunker costruito nel 1943.

 

Curiosità:

I triestini sono talmente legati al caffè da aver addirittura coniato un lessico apposito (molto diverso da quello italiano “classico”) per designare le varianti possibili con le quali viene servito oggi. Per chi si trovi a Trieste e volesse ordinare un caffè, dunque, è utile attenersi il più possibile a quanto segue. Nero: il caffè espresso in tazzina. Nero in b: il caffè espresso in bicchiere. Deca: il caffè espresso decaffeinato in tazzina. Deca in b: il caffè espresso decaffeinato in bicchiere. Capo: il caffè espresso macchiato in tazzina. Capo in b: il caffè espresso macchiato in bicchiere. Capo deca: il caffè espresso decaffeinato macchiato in tazzina. Capo deca in b: il caffè espresso decaffeinato macchiato in bicchiere. Goccia: il caffè con una goccia di schiuma di latte. Caffellatte: il cappuccino. Se poi ci si sposta di qualche decina di chilometri (ad esempio a Monfalcone), il cameriere porterà un calice di vino.


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