VIAGGI A COLORI – Mauritius

3 Marzo 202110min1259
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Vista dall’alto sembra la tavolozza di un pittore: le spiagge di sabbia bianca, il mare blu, le coltivazioni di canna da zucchero verde chiaro punteggiate da banani e altre piante di un colore verde più scuro. Il risultato è quest’isola vulcanica dell’Oceano Indiano, considerata, a ragione, uno degli ultimi paradisi terrestri. Un luogo fatto di mare e natura dove i confini dell’uno spesso si confondono in quelli dell’altro. È un errore, infatti, insistere nei luoghi comuni che Mauritius sia tutta in quei 330 chilometri di spiagge citati da guide e tour operator. Oltre al mare c’è di più. C’è un entroterra da conoscere e vivere.

Mauritius è un’isola vulcanica lunga 58 km da nord a sud e larga 47 km dà est a ovest, per un totale di 1.865 kmq. Sorge nell’Oceano Indiano, poco a nord del Tropico del Capricorno, a circa 3860 km a sud-ovest dell’India, 2000 chilometri dalla costa orientale dell’Africa, 800 km a est del Madagascar. Mauritius, con l’isola abitata di Rodrigues, circa 560 km a nord-est, e alcuni isolotti corallini come Cargados Carajos e Agalega, fa parte delle Mascarene.

La capitale, Port Louis, sorge sulla costa nord-ovest dell’isola, protetta dalla piccola catena montuosa dei monti Moka. Fu costruita in questa posizione strategica, intorno a un porto protetto e aperto all’attività commerciale dell’Oceano Indiano.

Da vedere: la Cittadella, detta anche Fort Adelaide, una vera e propria rocca fortificata, posta sulle alture a nord del Campo di Marte. Un tempo roccaforte per l’appostamento e il controllo di eventuali disordini all’ interno della città. Ora sede di concerti e diversi spettacoli artistici. Tra Royal Street e Jummah Mosque Street, si staglia la Moschea Jummah, la principale dell’isola. I colonnati interni, i pavimenti in marmo e le terrazze, costruiti con materiali provenienti dall’India, valgono la sosta. Bellissima anche la porta d’ingresso, in tek scolpito, con un arco decorato e incisioni in rame.

Due sono le cattedrali della città: quella cattolica di Saint Louis, e quella anglicana di St. James, in Poudrière Street. La prima venne più volte ricostruita. Alla sua sinistra si trova il palazzo episcopale, in stile coloniale ottocentesco e un bellissimo giardino. La cattedrale di St. James sorge su una polveriera, trasformata dagli inglesi in luogo di culto nel 1812 e consacrata solo nel 1850. Da non perdere la visita alla pagoda cinese che sorge ai piedi della collina Signal.

Bello da vedere è anche il mercato Centrale fra Farquhar Street e Queen Street che con le sue coloratissime bancarelle offre un’atmosfera allegra e una gran varietà di prodotti. Oltre ai tradizionali souvenir di artigianato malgasci, si possono ammirare cataste variopinte di frutta e verdura e trovare i tipici rimedi della medicina ayurvedica proposti dagli erboristi, consistenti in foglie di diverse piante con cui vengono preparate infusioni.

Al Museo di Storia Naturale è esposta la perfetta riproduzione di un dodo, uccello estintosi nel 1681 e divenuto un simbolo della necessità di salvaguardare l’ecosistema. È la principale attrattiva di questa interessante collezione che vanta numerosi esemplari di specie scomparse a causa dell’uomo, come il piccione olandese delle Seychelles, lo storno crestato di Bourbon e il pappagallo del Madagascar e una ricchissima rassegna di animali marini.

Infine, soprattutto se siete appassionati di filatelia, fate un salto al Museo Postale (ingresso gratuito) che vanta un impressionante collezione di francobolli di Mauritius, fra cui alcune copie dei celeberrimi “Post omee”, che, emessi nel 1847, vennero immediatamente ritirati per un errore di dicitura e sono fra i più ambiti dai collezionisti, ma presenta anche numerose curiosità legate agli ambienti dell’isola legati al mondo delle poste e comunicazioni, fra cui un magnifico modellino del vecchio ufficio telegrafico di Port Louis.

La costa nord si caratterizza per la bellezza delle spiagge bianche, circondate e protette dalla barriera corallina, piccolo paradiso per il turista in cerca di riposo e tranquillità.

Per chi, invece, cerca un clima più mondano, ci sono innumerevoli locali che si susseguono lungo il litorale e che hanno fatto guadagnare alla regione la fama di Saint Tropez mauriziana. A completare le bellezze del nord i bellissimi giardini di Pamplemousses, famosi in tutto l’Oceano Indiano fin dal ‘700. Il parco, creato nel 1735 dal governatore Mahé de La Bourdonnais, ebbe da allora fortune alterne, fino al 1849, anno in cui un orticoltore inglese, James Duncan, lo rilevò piantandovi un gran numero di palme, tuttora visibili. All’ingresso si fronteggiano una bellissima cancellata in ferro battuto e la chiesa più antica dell’isola, San Francesco, costruita nel 1756. All’interno più di 500 specie, alcune rare, come la Talipot palm che germoglia solo dopo 50 anni con un’infiorescenza composta da tantissimi piccoli fiori, per una lunghezza di circa 5 metri, destinata ad appassire dopo poco tempo. Le principali attrattive sono le gigantesche ninfee della specie Victoria Regia, originarie dell’Amazzonia, una pianta di Ficus Religiosa di 200 anni, numerosi esemplari di bambù dorato, di alberi della gomma e, per Natale, un albero con foglie a forma di crocifissi.

Aromi e profumi di zenzero, cannella, noce moscata, canfora e sandalo riempiono l’aria di note fragranti ed esotiche. L’orto botanico ospita anche una galleria d’arte e un cimitero. Spostandosi verso est da Grand Baie, si incontra il villaggio di Pereybère e subito dopo Cap Malheureux, il punto più a nord dell’isola. Questa spiaggia, ora, è meta di molti giovani. Nelle vicinanze, a Goodlands, si trova Historic Marine, la famosa fabbrica di modellini di navi, meta di collezionisti da tutto il mondo.

Al largo della costa, si staglia il profilo di quattro piccole isole: Coin de Mire, il cui nome deriva dalla sua rassomiglianza con l’angolo di mira di un cannone; Ile Plate, sede di un faro e di un piccolo cimitero del secolo scorso.

Mauritius fu occupata per la prima volta dagli olandesi verso la fine del XVI secolo. Ora, a latere dei villaggi di pescatori e alla coltivazione di canna da zucchero, è nato un turismo d’élite, favorito dall’ isolamento e dalla tranquillità delle meravigliose spiagge. La barriera corallina forma lagune dai colori spettacolari su cui si affacciano gli splendidi hotel e resort per cui questa costa è famosa.

Da visitare il Centre de Flacq, una delle principali città della costa, sede di un noto mercato. Di grande fascino i suoi grandi palazzi ottocenteschi, in particolare il Tribunale Distrettuale, monumento nazionale. Pochi passi e si arriva a Poste de Flacq, con la sua spiaggia, il casinò e la possibilità di visitare uno dei più famosi templi indù.

La Punta del Diavolo è il promontorio da cui è possibile ammirare l’intera costa che parte da Trou d’Eau Douce per arrivare a Vieux Grand Port. Tra la Pointe du Diable e Mahébourg si trova il Domaine du Chasseur, la sterminata riserva sta quasi mille ettari, per battute di caccia e indimenticabili safari. Vieux Grand Port è tra i più antichi insediamenti creoli, risalente al ‘600, è famosa per le sue coltivazioni di canna da zucchero.

La parte sud è caratterizzata dal profilo delle coltivazioni di canna da zucchero e delle enormi piantagioni, spesso aperte alla visita del pubblico.

All’interno il territorio è costellato di laghi, fiumi, torrenti, cascate e bacini idrici. La barriera corallina in questo punto si assottiglia e quindi la costa è più frastagliata che al nord, con un aspetto più aspro e selvaggio. La presenza di numerosi siti di interesse storico rende questa regione particolarmente attraente.

L’incredibile mole di Le Morne Brabant, visibile da buona parte della costa sud-occidentale, uno sperone roccioso alto 556 metri che dà il nome all’intera penisola, è uno degli angoli più incantevoli dell’isola. Quest’area vanta spiagge da cartolina e alcuni hotel tra i più chic di Mauritius.

La penisola, inoltre, è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2008. Qui si possono fare escursioni e kitesurf. Infine, lungo la costa occidentale, caratterizzata dai rilievi montuosi di Moka e della Chaîne de Grand Port, il territorio è attraversato da fiumi e i dislivelli che creano dei salti d’acqua imponenti, come le cascate del Tamarina.


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