Col “Bistrot 3 tavoli” due fratelli di Scandicci esportano a Firenze il loro talento per la ristorazione

7 Settembre 20217min731
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Sono di Scandicci e dalla città della fiera hanno deciso di “esportare” il loro talento di ristoratori nel capoluogo toscano, dove a inizio luglio hanno aperto in Borgo San Frediano il “Bistrot 3 tavoli”.

Parliamo di due fratelli non ancora 40enni, che già da molto tempo avevano fatto della propria passione per la cucina e il buon bere una professione e che in soli due mesi di attività nel cuore più caratteristico di Firenze hanno già vinto la scommessa. I loro piatti, infatti, hanno fin da subito incontrato il gradimento di chi si è seduto ai loro sette tavoli – in effetti non sono solo tre come riporta il nome! – e grazie al passaparola adesso è quasi sempre necessario prenotarsi per evitare di dover attendere.

Un passaparola che alla fine è arrivato anche a noi di INscandicci e che ci ha indotti, proprio perché i titolari sono scandiccesi, a sperimentare questa novità (abbiamo anche scattato alcune foto, che vedete, per provare a documentare più incisivamente la nostra “visita degustativa”).

La prima sensazione che abbiamo provato appena varcata la soglia d’ingresso è stata quella di un contesto rilassante e oltremodo accogliente, con un leggero e delicato sottofondo musicale che ben si intona alla suggestiva struttura del locale: il luogo, di fatto, con i suoi muri in pietra, il soffitto a travi e altre ricercatezze di arredo, trasuda la storia secolare di quelle strade. Del resto, in passato, lì c’era una cantina e possiamo immaginare quante generazioni di fiorentini vi abbiano trascorso ore liete omaggiando Bacco.

La nostra serata si è aperta con antipasto di formaggi abbinati a miele, frutta candita e confettura. Una delizia per il palato, stante anche l’evidente qualità dei prodotti in quanto salumi e formaggi arrivano da fornitori a km zero. Il giudizio di eccellenza è stato confermato con le portate successive, nell’ordine tortelli cacio e pepe con guanciale croccante – che abbiamo poi scoperto essere la punta di diamante del locale insieme al roast beef – e peposo. Una pietanza, quest’ultima, che come ci ha spiegato lo chef si muove fra tradizione e innovazione, grazie a due ingredienti – categoricamente segreti e che non verrebbero rivelati neanche sotto tortura – che non figurano nella ricetta originale tipica del peposo di Impruneta. Parlando con alcuni clienti del tavolo accanto, che sono già tornati diverse volte a mangiare qui, abbiamo appreso che un altro pezzo forte, un grande classico, è l’uovo – di galline allevate esclusivamente a terra in fattorie del territorio – con asparagi e tartufo.

Un punto di distinzione del Bistrot 3 tavoli è che tutto viene preparato espresso: “Il nostro obiettivo è far sentire il cliente a casa – spiega il cuoco – e a casa cucini roba espressa. Inoltre puntiamo tutto sulla qualità, facciamo la spesa tutti i giorni da fornitori della zona che trattano solo prodotti di prima scelta e alla fine il risultato si sente”. Già, il risultato si sente e giustifica il corretto rapporto prezzo/qualità.

Tra una prelibatezza e l’altra non va nondimeno dimenticato il servizio: cordialità, garbo e grande disponibilità fanno sentire il cliente veramente “coccolato”.

Una doverosa nota di merito va al settore dei vini: abbiamo riscontrato un’elevata competenza nella proposta enologica ed è fondamentale l’abilità dei titolari nel trovare etichette poco conosciute, quindi a prezzi inferiori a quelle più blasonate, che però quando le assaggi comprendi essere ugualmente eccellenti. Ecco allora una scelta di vini di ottima qualità che arrivano dalle cantine di Panzano in Chianti e di Montespertoli. Naturalmente non mancano le bottiglie più tradizionali tipiche di varie parti d’Italia e neanche ricercatissime birre, che il personale sa consigliarti a seconda delle pietanze che scegli.

A breve, peraltro, si terranno in questo locale per l’appunto degustazioni di vini a cadenza regolare: menù fisso, concordato col sommelier, con abbinamento di etichette ad hoc. E riprenderà la “Serata tartufo e bollicine”: tre portate a base del pregiatissimo fungo con vini abbinati.

Passando da una tagliata di carne, patate arrosto e altri contorni, siamo arrivati ai dessert e la nostra scelta è ricaduta su crema catalana e tiramisù, anch’essi squisiti e frutto delle sapienti mani di chi orchestra gli “strumenti” e gli ingredienti della cucina del locale. E per finire un assaggio di amari – alle tredici erbe, agli agrumi e rosmarino, alla liquirizia etc. – davvero unici e che infatti si trovano solo in questo ristorante.

Insomma, in ossequio al nome della nostra testata, non possiamo che evidenziare con soddisfazione la bontà – mai termine fu più appropriato! – dell’operato di questi due giovani di Scandicci; che intendono oltretutto arricchire di un valore aggiunto la loro attività di ristorazione con un pizzico di arte e cultura e difatti quanto prima verranno organizzate nel bistrot esposizioni temporanee di quadri.


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