Grecia: Lemno (Limnos)

11 Settembre 202012min1899
Lemnos

Acque di cristallo, tradizione, storia e sereni paesaggi rurali. L’isola di Lemno si stende le sue ali nell’Egeo nord-orientale. Un luogo incantevole e discreto, ancora da scoprire, dove vive la più grande concentrazione di falchi grillai della Grecia. Un’isola dalle case dentellate, immersa nelle acque dell’Egeo settentrionale, un po’ appartata e lontana. Un’isola “discreta”, dai paesaggi tranquilli, lineari, dalle colline rotonde. Prendiamo un’isola dove “turismo di massa” e “folle vocianti” sono scenari sconosciuti. Un’isola ancora da scoprire, con ragnatele di sterrati che sembrano portino al nulla e dappertutto. Questa è Lemno (Limnos in greco). Un enorme “farfalla” di 476 km quadrati, l’ottava isola greca per dimensione, che giace nel blu del Nord Egeo in compagnia della minuscola è vicina Aghios Efstratios. È per lo più pitta Lemno, senza rilievi importanti, ma con colline dai profili dolci la cui massima altezza tocca appena i 470 m. Tra queste modeste cime si aprono fertili pianure coltivate a cereali, vigneti e pascoli, dove infiniti greggi si muovono lente. Rari i boschi, isolate querce e fichi disegnano poche ombre, ma l’isola è per lo più nuda, coperta da estese garighe che, con le fioriture primaverili, si trasformano in tappeti multicolori.

Osservando attentamente Lemno sulla mappa, la sa lunga e frammentata linea costiera, non si riesce a immaginare l’infinito gioco tra terra e mare che nasconde: le sinuose spiagge sabbiose, le dune dorate, le ruvide rocce vulcaniche dai colori accesi che si tuffano nell’acqua. Non si contano davvero spiagge e baie: una succede l’altra, una nasconde l’altra, una genera l’altra. Molte sono minuscole, senza nome e, soprattutto, senza traccia di ombrelloni. Importanti e poco conosciuti anche i siti archeologici dell’isola, risalenti all’età del bronzo ed esplorati dalla scuola archeologica italiana di Atene. Nella mitologia antica l’isola di Lemno è legata al dio Efesto, dio del fuoco e della lavorazione dei metalli, che, protettore dell’isola, vi era particolarmente onorato, aveva un santuario e, secondo un ramo della tradizione, aveva qui la sua fucina.

Quest’ isola nasconde sorprese non da poco, specialmente nelle zone umide. Ad Est, un complesso di laghi salmastri, Aliki, Hortarolimni e Asprolimni, ospita importanti i numeri di acquatici svernanti, in primis 5.000 fenicotteri maggiori e almeno altrettanti anatidi. Mentre Hortarolimni si prosciuga in estate, ed è interamente percorribile, il più grande Aliki mantiene una certa quantità di acqua: anche durante il periodo estivo i birdwatcher potrà quindi osservare un certo numero di fenicotteri. I tre laghi sono a ragione considerati importantissimi per il mantenimento della variabilità specifica nell’area Egea. Lungo i litorali rocciosi e nelle vicine isolette disabitate invece nidifica il falco della regina, almeno 120 coppie, il falco pellegrino, il marangone dal ciuffo e il raro gabbiano corso. L’isola ospita una delle maggiori concentrazioni di Falchi grillai di tutta la Grecia con almeno 250 coppie nidificanti. I falchi sono visibili facilmente un po’ dappertutto, ma nidificano soprattutto, in alcuni villaggi del lato orientale, come Kontopouli, Rpanidi, Roussopouli, Kalliopi e Romano, anche negli edifici. La quasi totalità degli abitanti rurali dell’isola mantiene infatti l’architettura tradizionale a tegole dei tetti, consentendo ai falchi di trovare la cavità per i propri nidi. Visita la scarsità di copertura arborea, questi rapaci usano come poi osservatori di caccia soprattutto i fili della luce. Dal punto di vista paesaggistico, un fenomeno davvero inusuale attende il viaggiatore nei pressi delle coste settentrionali dell’isola, in località Gomati: distese di dune dorate, le famose Pachies Ammoudies, spuntano all’improvviso in mezzo alle colline costiere dai dolci profili. Si tratta di un fenomeno geologico davvero raro, oltre che di grande spettacolarità. Cordoni di sabbia dorata si insinuano tra le propaggini delle colline, disegnando un panorama quasi surreale. Qui il vento la fa da padrone modificando in continuazione il paesaggio, creando e distruggendo forme e strutture. Sembra un deserto incastonato fra la gariga mediterranea, tra le ginestre, di agnocasti e i ginepri. Si rimane persino spiazzati, increduli nell’osservare questi frammenti aridi piantati nell’Egeo. Oltre alle tracce dei numerosi conigli selvatici, pochi segni di vita animano queste colline sabbiose: le orme di qualche passeriforme o le esili tracce delle lucertole.

Myrina, il capoluogo di Lemno, è un pittoresco borgo marinaro sviluppata ai piedi dell’imponente castello. Quest’ultimo, vera e propria identità dell’isola, è stato innalzato nel 1186 su ordine di Andronikos Komninos su precedenti rovine fortificate e successivamente modificato da veneziani, genovesi e turchi. Il bel lungomare è animato dai tradizionali ouzeri, taverne e caffè, è diviso in due zone proprio dalle propaggini rocciose del castello: da una parte, il porto commerciale e il porticciolo dei pescherecci e dall’altra il cosiddetto Romeikos Gialos, (ovvero il litolare dei Greci), con eleganti palazzine signorili in stile neoclassico, risalenti anche a fine 800, che nascondono profumati cortili interni. Vale la pena di perdersi un po’ tra le viuzze del borgo, osservando le delicate decorazioni che ornano le molte abitazioni, segno della grande attenzione dei Limni verso le proprie dimore; tale abitudine è frequente in tutta l’isola, perfino nelle modeste costruzioni rurali.

Una sosta interessante e quella al museo archeologico, che racconta Lemno attraverso le ere, dalla preistoria fino all’ epoca ellenistica, e conserva importanti reperti, sculture, vasellame, pietre tombali, provenienti dalle aree di Ifestia, Polichnitos, Kaviria e la stessa Myrina. L’isola è ricchissima di piccoli monasteri, oltre 600, disseminati lungo le pianure coltivate, sui fianchi dei colli o arrampicati sulle scogliere. Tuttavia la chiesetta più singolare si trova in prossimità del capoluogo, in località Kakavos. La chiesa è dedicata alla Panaghia Kakaviotissa, il tetto è proprio la volta della grotta, i fedeli hanno solamente costruito l’altare. Attorno, un paesaggio spoglio e severo, con imponenti costoni battuti dal vento.

Thanos, animato villaggio, che durante i mesi estivi e attira numerosi turisti grazie alle sue belle e attrezzate spiagge. Da Thanos conviene spingersi fino al bell’abitato di Kontias, uno dei paesi più curati e ben conservati di Lemno, ai fianchi di un imponente parete rocciosa colorata di licheni; qui vale davvero la pena passeggiare lentamente attraverso le tranquille stradine per ammirare le eleganti abitazioni signorili di inizio secolo.

Nea Koutali, porticciolo costruito nel 1926 dei profughi nella cittadina greca Koutali, nella Propontide, in Asia minore. Famosi sono stati in passato i pescatori di spugne del villaggio, attività legata strettamente all’economia dell’isola e ben raccontata nel locale museo della tradizione Marittima.

Baia Kaspakas, con l’omonimo villaggio arrampicato sul colle Aghios Athanassios. I suoi mastri artigiani sono abilissimi nella tecnica della pietra a secco, diffusissima in tutta l’isola. Nonostante si trovi ridosso del mare, Kaspakas è invisibile arrivando dalla costa, protetto così, in epoche passate, per gli attacchi dei pirati. Seguendo i tornanti in discesa, si giunge sul litorale, in località Aghios Ioannis, col piccolo porticciolo e le lunghe spiagge delle rinomate acque cristalline. In fondo, lo sguardo si perde si imponenti scogliere e alture, una delle quali ospita, come una minuscola macchia bianca, un isolato monastero.

Nel villaggio di Paros, proprio nel centro dell’isola, qui si trova uno dei complessi alberghieri più noti di Lemno, con strutture recuperate da vecchi edifici del paese.

Atsiki, cittadina è costruita nel mezzo di una vasta e fertile pianura, con una bella piazza e numerose taverne. La strada inizia a salire lentamente e superato Dafni, un minuscolo borgo antico delle strette viuzze con bella vista sulla vallata, si arriva a Katalakos. Il nome indica con precisione la posizione di questo piccolo abitato, proprio nel fondo di un vallone.

Capo Falakrò, un’altra magnifica zona dal punto di vista geologico e paesaggistico. Le sue impressionanti rocce vulcaniche di dalle stravaganti forme che incontrano le onde, sono un’altra testimonianza della singolare bellezza di Lemno.

L’area di Moudros, nella parte sud-est dell’isola, è uno dei porti naturali più estesi e protetti di tutta la Grecia. La vivace cittadina, seconda per popolazione a Myrina, ha una bella cattedrale e il porticciolo è animato da taverne. A sud-ovest di Moudros si trovano due delle più belle spiagge di tutta Lemno, ovvero Chavouli e Fanaraki. Quest’ ultima possiede nella parte occidentale una serie di magnifiche, strette baie con rocce intensamente colorata di giallo rosso e grotte dove il mare si insinua. Vale anche la pena di proseguire verso l’altro capo di Aspros Kavos, nel quale si possono godere anche ampi panorami nella grande baia. In estate, l’aria è densa dell’inebriante profumo dei gigli marini che qui abbondano. Questa bellissima specie, minacciata seriamente di estinzione in molte coste del Mediterraneo, a causa dello sviluppo turistico, è qui a Lemno ancora diffusa.

Poliochni, la città preistorica fortificata, portata alla luce nel 1930 dalla Scuola Italiana di Atene, è considerata la più antica del continente europeo, risale infatti a 4000 anni a.C.

Sulla strada principale si passa in mezzo ai Coltivi verso Aghia Sofia, Fysini e Skandali, l’ultimo paese della Lemno sud-orientale. Tutta questa area è famosa per l’eccellente miele di timo. Nei primi nei pressi di Aghia Sofia si distinguono su un dorso collinare quattro vecchi mulini a vento abbandonati. Sono numerosissimi i mulini nell’isola, a testimonianza della grande produzione di cereali, passata e presente. Fortunatamente, oggi, anche se con lentezza, alcune di queste splendide, vecchie strutture vengono recuperate e restaurate.

A nord est si trova il complesso di aree umide più importanti dell’isola che comprende i laghi di Alyki, asprolimni e Hortarolimni, zona di grande interesse ecologico; questi, secondo un elenco stimato dalla Società Ornitologica Greca, sono considerati tra i siti più importanti per l’avifauna nel paese.

Nella stessa zona, con una deviazione verso ovest, ci si può tuffare nel passato di Lemno visitando due importanti siti archeologici, Ifestia e il Santuario dei Kabiri, ambedue immersi in uno splendido scenario naturale costiero.

Plaka, un minuscolo paesino di pescatori, ultimo abitato nel nord,nei pressi sorge il monastero Aghios Charalambos, affacciato sull’omonima baia.

 


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