Intimidazioni “esplosive” all’imprenditrice di Scandicci: indagato l’ex socio

22 Luglio 20212min591
Bencini molotov

Partiamo dal possibile movente, che gli inquirenti ipotizzano legato al contenzioso che si creò negli anni scorsi tra l’ex socio – adesso indagato e sospettato di essere quantomeno il mandante degli atti intimidatori – e l’azienda (nella foto, da ellebiellecapsule.it, l’ingresso) guidata da Lucia Bencini, sorella della senatrice pentastellata Alessandra; all’epoca fu raggiunta una mediazione e fu riconosciuta alla controparte una somma, che sembrò sancire in modo civile la chiusura del rapporto di lavoro. Ma forse l’ex socio non si era ritenuto trattato adeguatamente dalla decisione del tribunale e può essere che avesse iniziato a covare risentimento – forse odio, con desiderio di vendetta – verso Bencini.

Fatto sta che per i tre episodi susseguitisi nell’ultimo anno e mezzo – l’incendio dell’auto della Bencini nel 2020; la bomba molotov lanciata a gennaio 2021 di notte oltre il cancello della sua abitazione; il tubo con più di mezzo chilo di polvere esplosiva, che per fortuna non scoppiò, messo sotto la sua nuova auto lo scorso aprile – sono adesso indagati l’ex socio e un’altra persona.

Dai dati presenti in due smartphone sequestrati all’ex socio sono emersi elementi per cui gli inquirenti lo sospettano di essere il presunto mandante, che avrebbe delegato un complice per eseguire i suddetti atti criminosi. Inoltre in un garage riconducibile con buona probabilità all’ex socio sarebbe stata rinvenuta polvere pirica compatibile col tipo collocato nel tubo sotto la vettura dell’imprenditrice.

 


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