Scandicci, coronavirus e disabili intellettivi: il grido di soccorso delle famiglie

22 Aprile 20204min2338
Disabil

È una situazione di cui non si sente parlare molto, ma proviamo a immedesimarci in una famiglia – composta anche da un disabile intellettivo – a cui, in condizioni normali, le istituzioni garantiscono una tutela in termini di assistenza per il disabile stesso e che, in questa emergenza Covid-19, ha visto sparire pressoché da un giorno all’altro tale assistenza. Non deve essere facile, ne siamo sicuri.

In breve, dopo la delibera della Regione di circa un mese e mezzo fa, che a causa della pandemia sanciva la chiusura di centri diurni e strutture semiresidenziali a cui sono affidate quotidianamente persone diversamente abili, la Asl inviò una lettera alle famiglie in cui si parlava di misure compensative per fronteggiare la difficile contingenza.

Ma, dichiara Alessandro Martini, dell’associazione scandiccese In nome dei diritti, «ad oggi, 22 aprile, non è stato fatto alcunché, nemmeno a livello di aiuti economici. Stiamo parlando di diritti sanciti dai livelli essenziali di assistenza, che non possono essere cancellati anche in presenza di emergenze – prosegue Martini -; si sarebbe dovuto mettere in piedi un “piano B” fin da subito, ma questo non è avvenuto. Come associazione regionale di “volontariato di diritti”, solo a Scandicci seguiamo una trentina di famiglie che chiedono di essere tutelate e per questo abbiamo lanciato subito un appello a Comune e Regione, ma finora non c’è stato nessun riscontro. Chiediamo che le famiglie ricevano, per poter pagare servizi compensativi, parte del budget che il sistema sanitario non sta spendendo in queste settimane di chiusura delle strutture».

Sono eloquenti, i numeri relativi a Scandicci dei cittadini con disabilità intellettiva: 389 minorenni più 180 tra i 18 e i 64 anni d’età. Se i primi, i giovanissimi, hanno quasi certamente genitori giovani in grado almeno di accudirli, per alcuni degli altri – quelli fra i 18 e i 64 anni – è verosimile che i genitori anziani abbiano difficoltà a occuparsi di loro senza l’ausilio di un operatore professionale come i “caregiver”. «Gli operatori qualificati per disabili intellettivi presso i centri diurni costano 150 euro al giorno – spiega il rappresentante dell’associazione -, quindi un professionista a domicilio anche solo per qualche ora durante la giornata immaginiamo quanto possa incidere sull’economia di un nucleo familiare». Inutile dire che solo pochissime famiglie davvero molto benestanti possono permettersi questo tipo di servizio.

Sempre a livello di numeri, spostandoci per un momento agli anziani non autosufficienti, a Scandicci sono quasi 700.

Ma torniamo alle situazioni di disabilità intellettiva: «L’interruzione, in questo periodo di emergenza da virus, del percorso riabilitativo di cui beneficiano di consueto i disabili intellettivi seguiti dai servizi sociali – aggiunge Alessandro Martini – ha come conseguenza la regressione psicologica. Poi è difficile ricominciare e recuperare».

Insomma, a parte quello che sarà il futuro, nel presente sulle spalle delle famiglie c’è un fardello che, se qualcosa non cambierà più che velocemente, diverrà, semplicemente, insostenibile.


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