Covid-19 e tenuta psicologica

8 Aprile 20205min1908
woman with protection medical face mask by the window

Quanto durerà la fase 1, quella più rigida, delle misure di contenimento anticontagio?

È un dubbio che solamente in Italia si pongono decine di milioni di persone e non solo per capire se a livello economico rischiamo di cadere nel baratro.

Il punto è che esiste un altro baratro, ed è quello della tenuta psicologica degli individui. 

Detto in maniera molto diretta, la costrizione domestica a cui siamo sottoposti da settimane fa sì che il nostro equilibrio mentale – specialmente quello di soggetti che si ritrovano ad essere più vulnerabili per motivi che solo lunghi trattati di psicologia potrebbero spiegare – diventi giorno dopo giorno più precario e meno “rassicurante”. 

Tradotto: dover convivere per forza sotto lo stesso tetto con i familiari, può ingenerare tensioni e fastidi che, appunto nel caso di persone con la testa in un certo modo, possono sfociare in violenza. Quindi violenza domestica in generale, violenza sulle donne, oppure tensione che sale alle stelle e che può abbattersi anche su estranei, con cui può capitare di venire in contatto durante la giornata. 

Non si può non pensare ai tanti risvolti, anche emotivi, che questa mai sperimentata situazione sta producendo: se col coniuge/convivente non si andava d’accordo fino a febbraio, da quando a marzo è entrato in vigore il decreto di contenimento che costringe a stare forzatamente “vicini” per quasi tutto il giorno, i problemi aumentano; chi ha l’amante, per esempio, e deve starci lontano per settimane (dato che ben difficilmente le forze dell’ordine, se fermano per un controllo, accettano la  motivazione dell’uscita di casa per “astinenza”) dovendo invece stare a tu per tu in casa col partner ufficiale sgradito, qualche “malumore” lo sviluppa; tensione alle stelle anche tra genitori e figli adulti conviventi, che non possono stemperare il disagio del vivere ancora con i genitori andando magari a giro con gli amici o con la ragazza; e ancora, fidanzati che non possono incontrarsi, giovani abituati a fare regolarmente sport che devono “imbrigliare” le energie dirompenti, lavoratori e commercianti che temono di non ritrovare il proprio impiego quando l’emergenza sarà finita e devono stare impotenti a casa… 

Gli esempi – e le preoccupazioni – si sprecherebbero, ma appunto il concetto è uno: quanto tempo può passare, mediamente, prima che l’italiano medio (meno avvezzo, rispetto a diverse altre culture europee, a rinunciare alla socialità e a sottostare a divieti) inizi a sbarellare?     

Anche il comune di Scandicci ha preso in considerazione il delicato aspetto psicologico dell’attuale contingenza: «Se superassimo aprile con gli attuali provvedimenti di contenimento sociale, sarebbe quasi certamente devastante dal punto di vista della tenuta psicologica – ammette l’assessore alle Politiche sociali e ai Rapporti con la Società della salute Andrea Franceschi -; ci siamo attivati con assistenti sociali e Asl per aprire sportelli di aiuto psicologico, perché c’è preoccupazione per l’eventuale aumento di casi di violenza in famiglia. Ci siamo attivati anche per far sì che chi, per ragioni diverse, non avrebbe nemmeno i pasti garantiti, possa avere assicurata la spesa a domicilio».

Sempre riguardo al precedente dubbio, ovvero dopo quanto tempo la tenuta psicologica dei cittadini potrebbe iniziare a vacillare, abbiamo chiesto un parere allo psicologo scandiccese Mirko De Vita, specialista in tematiche di sicurezza. «Non esistono precedenti che consentano di dare una risposta, quindi possiamo solo procedere per analogia, pensando a esperienze di confinamento prolungato per la preparazione e l’addestramento di equipaggi per spedizioni su Marte. Ma parliamo – prosegue De Vita – di “esperimenti” di centinaia di giorni i cui partecipanti peraltro non si conoscevano, quindi situazioni non comparabili col nostro confinamento domestico in famiglia di queste settimane, da cui possiamo oltretutto “evadere” e distrarci per svolgere all’esterno attività necessarie come fare la spesa. I risultati di tali esperimenti dimostrano comunque che mesi di confinamento sono sopportabili, se non esistono pregresse patologie psichiatriche. Va detto inoltre che anche la casistica relativa alla detenzione in carcere, condizione infinitamente più severa del confinamento per il Covid-19, dimostra la sostenibilità prolungata, per un individuo mentalmente sano, di condizioni di confinamento domestico. Penso semmai – conclude lo psicologo – che aumenterà molto l’uso di alcolici e farmaci».

Di Luca Campostrini


Iscriviti alla Newsletter