Liguria: Chiavari

31 Agosto 20207min6285
chiavari

Camminando per gli stretti carruggi liguri di questa città, si notano molti resti della storia che ha formato questa cittadina di mare. Gli antichi portici del centro, il castello che svetta alle spalle della città, residenze nobiliari, la statua di Mazzini e quella di Garibaldi. Ed è così che si scopre la storia di Chiavari, dalle antiche necropoli dell’età del ferro, ai tempi dei romani, fino ad un passato recente, che vede un XIX secolo ricco e interessante. Il pensiero ritorna quindi alle statue di Garibaldi e Mazzini, personaggi molto cari agli abitanti del luogo, perché le famiglie Garibaldi, Mazzini e Bixio sono originarie proprio di Chiavari.

Dal 1938, la Società Economica di Chiavari tramanda le testimonianze del Risorgimento grazie a un museo valorizzato da donazioni dei cittadini e dalle famiglie dei personaggi interessati. In quell’anno fu deliberato di dare vita ad un Museo del Risorgimento, grazie alla proposta del prof. Ugo Oxilia, allora bibliotecario, che curò la raccolta e la sistemazione. Garibaldi e Nino Bixio, prima di essere stati valorosi combattenti che tutti conosciamo, frequentarono la Scuola Nautica di Genova, verso il 1820, per imbarcarsi, al termine degli studi, come mozzi della Marina Sabauda.

L’attenzione si sposta al mare, a quelle brevi e sassose spiagge liguri, che non sono sempre state così. Negli anni il mare si è ritirato fino ad arrivare oltre il punto in cui arriva oggi, infatti, nell’800 c’era un’altra fila di case, che man mano il mare, risalendo, ha demolito. La storia marinara di Chiavari va raccontata: nonostante la sua lunga storia cantieristica duri fin dal Medioevo, la città raggiunse il suo apice come centro di costruzioni navali e armatoriale nell’800, di maestri d’ascia e di calafati. In Chiavari e Lavagna sono stati costruiti e varati oltre 200 velieri oceanici.

Per visitare Chiavari si deve partire dalla Cattedrale Basilica di Nostra Signora dell’Orto, edificata tra il 1613 e il 1633, presenta un interno a croce latina a tre navate. La ricca decorazione plastica in stile barocco, che riveste i pilastri che dividono le navate, è opera di Lodovico Pogliaghi, autore anche del pulpito marmoreo con inserti bronzei, delle vetrate del coro, degli stucchi delle volte e dei rivestimenti delle lesene nelle navate laterali. L’altare principale è in marmo ed è stato realizzato da Giuseppe Ferrandino nel 1627. In una nicchia si può ammirare la Madonna col Bambino, nota come Nostra Signora dell’Orto, affresco di Benedetto Borzone (1493). Poco più in la si trova Piazza Mazzini dove si trova il marcato. I suoi clienti abitudinari e i turisti curiosi passano tra le bancarelle piene di squisiti prodotti tipici: pesto, olio, corzetti, testaroli, miele, formaggi e patate vengono offerti ogni giorno. Si trovano prodotti dei contadini liguri, venduti dai produttori stessi o dai rivenditori. Proseguendo dritti su via San Giovanni si incontra in una piccola piazza la parrocchia di San Giovanni Battista. La chiesa è a tre navate con volte a botte che copre la navata Maggiore. Le pareti sono movimentate da 8 altari e cappelle che ospitano tele e affreschi. Accanto alla parrocchia inizia via Ravaschieri, sede dei palazzi della Società Economica di Chiavari.

Questo palazzo è stato voluto dai Ravaschieri del XII secolo è frutto dell’accorpamento di tre lotti gotici a schiera, appartenuto successivamente ai Marchesi Rivarola, verso la metà del XIX secolo ha subito i primi frazionamenti. La sala del Museo del Risorgimento è stata un tempo una sala di lettura. Entrando nell’elegante stanza si trovano le 3 vetrine dedicate a Garibaldi, Mazzini e ai fratelli Bixio: illustrano foto e documenti di testimonianze degli eroi. Le molteplici donazioni hanno creato una raccolta che vanta oggetti come 40 fascicoletti originali della “Giovane Italia”, quattro carabine federali svizzere modello 1851 e pagine di giornali satirici; fotografie, ritratti storici; un grande archivio di documenti ufficiali come la lista dei partecipanti alla spedizione dei Mille; un’ampia raccolta di lettere scritte grandi personaggi quale Agostino Rivarola, Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso Conte di Cavour e Giuseppe Mazzini. È proprio grazie alle origini chiavaresi dei protagonisti del Risorgimento che il museo della società economica possiede fra gli oggetti più rari di tutta Italia. Al primo piano attraversando la biblioteca aperta al pubblico si può accedere al Giardino dei Lettori Renato Mario Gozzi. Vicino alla porta di accesso si trovano tavoli di lettura e poco più in là i pilastri del 700 che risalgono alla costruzione originale del giardino; a segnare il confine della proprietà, si vedono i resti delle mura medievali e, ancora oltre, sorge il Castello di Chiavari, costruito dai Genovesi sul colmo della collina. Il Palazzo Ravaschieri si trova nell’originale, Borgolungo nel 1178, il primo insediamento ufficiale a Chiavari, che aveva solo due file di case. Erano state costruite con un porticato sopra due volte con colonna in mezzo. Una di queste file non aveva portici verso valle perché dava sulla spiaggia. Nel corso del Seicento molti porticati vennero murati per guadagnare spazio abitativo, come è successo a quello del palazzo ora di proprietà della Società Economica di Chiavari.

Nel centro storico si trova nelle colonne bianche una vecchia abitazione della Loggia Rosa+Croce. Il palazzo è stato edificato nel 1493, ora ne rimane solo un portico con un doppio arco a tutto sesto retto da colonne marmoree. Osservando bene i fregi delle colonne, si può notare come i capitelli siano decorati con simboli alchemici, più precisamente quelli della tradizione Rosa+Croce. Vediamo volti, rose e il nome di Cristo; lasciano interpretare il luogo come dimora filosofale, dopo un tempo veniva coltivata l’alchimia.

Verso nord-ovest si può visitare i resti dell’insediamento dell’età del bronzo al museo archeologico di Chiavari, ubicato presso il settecentesco palazzo Rocca. Conserva reperti dell’epoca preistorica e protostorica relativi a Chiavari e il suo entroterra; rinvenuti in una necropoli costruita da ben 126 tombe a incinerazione risalenti all’età del ferro.


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