Il virus ha svuotato la Harding University

12 Aprile 20204min1690
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Il virus ha svuotato la Harding University

A Scandicci il Covid-19 ha colpito duro anche una vera e propria istituzione in ambito di istruzione e formazione: l’americana Harding University.

Fino al 25 febbraio la situazione nell’incantevole villa di via di Triozzi che ospita l’università statunitense sembrava ancora potersi mantenere entro limiti accettabili, in quanto l’unica limitazione imposta dalle autorità per far fronte al nuovo coronavirus era di non fare gite scolastiche fino alla metà di marzo.

Ma pochi giorni dopo, il 28 febbraio, le cose sono precipitate e dagli Stati Uniti è giunta la richiesta perentoria di far rientrare i ragazzi in patria. A quel punto si sono susseguite ore convulse, con bagagli e preparativi fatti in tutta fretta e con uno stato d’animo certo non leggero. Peraltro due studenti erano ricoverati a Torregalli e siccome uno aveva una leggera polmonite sono stati sottoposti entrambi al test per il Covid-19, risultando comunque negativi. Il 2 marzo sono potuti partire anch’essi e a quel punto su alla villa è rimasto solamente il direttore, Robert Shackelford, con la sua famiglia.

La beffa, per alcuni dei giovani studenti – molti dei quali, fra l’altro, avrebbero preferito rimanere qui sulle colline di Scandicci – è stata che una volta rientrati negli USA il 29 febbraio, in quanto provenienti dall’Italia sono dovuti stare tutti in quarantena, terminata la quale si sono potuti godere solo una manciata di giorni di vita libera e “normale”, prima che in diversi stati a stelle e strisce, intorno al 20 marzo, venisse ordinato l’isolamento in casa!

Adesso i corsi del programma invernale proseguono on-line e al computer di Robert Shackelford arrivano da diverse zone degli USA compiti e tesine da revisionare. 

Naturalmente è stato cancellato il programma estivo, che da lustri è uno dei più frequentati durante l’anno, con tanti giovani americani che facendo base a Scandicci abbinano lo studio presso la Harding alla possibilità di scoprire l’Italia nella stagione più bella e adatta a viaggiare lungo tutto lo Stivale. Se le cose, relativamente al nuovo coronavirus, dovessero tornare rapidamente alla normalità, potrebbe essere attivato un miniprogramma a luglio, ma è molto più probabile che si salti direttamente al programma autunnale e solo allora, da metà ottobre, a Scandicci tornerà a soffiare la piacevole brezza che dagli Stati Uniti porta tanta bella gioventù, desiderosa di creare il proprio futuro anche grazie all’esperienza formativa italiana.

E sempre guardando al post Covid-19, è da accogliere con un grande plauso quella che è allo stesso tempo una speranza e una sensazione del direttore Shackelford: «Penso che molte persone negli Stati Uniti decideranno di aiutare l’Italia a risollevarsi da questa terribile situazione economica – dice Robert – e sceglieranno di venire a fare viaggi e vacanze qui». 

Di Luca Campostrini


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